Quest’estate per la prima volta sono stata in vacanza con mio marito, che ha divorziato dalla prima moglie, e con le sue due …figlie preadolescenti. È stato un disastro. Loro erano provocatorie, io cercavo di fare da vicemamma, ma in più occasioni venivo derisa da loro e sgridata da mio marito. La sera, quasi sempre, noi due litigavamo in camera da letto. Mi sentivo trattata come una serva: dovevo lavare e cucinare, ma se solo provavo a dare regole, tutti mi intimavano di stare zitta. Avrei voluto fare le valigie e tornarmene a casa.

MARTINA

Cara Martina, rileggendo la tua lettera ho trovato tutti i sintomi di quella che io chiamo la “sindrome della matrigna”, ovvero la sofferenza tipica di una donna che, trovandosi a fianco figli non suoi, alimenta un copione fatto di antagonismo e incomprensioni. Tu hai sofferto molto perché ritieni che non ti venisse riconosciuto il ruolo che ti era dovuto. Ma il tuo ruolo è essere la moglie del tuo uomo e non la mamma delle sue figlie.

È molto difficile essere il terzo genitore, ovvero quella figura che convive con figli non propri, situazione oggi frequente a causa dell’alto numero di separazioni e famiglie ricomposte. L’unico modo per riuscirci è
sentirsi alleati del proprio compagno di vita, comprendere che la cosa più giusta da fare è aiutarlo a essere lui il migliore genitore possibile per i suoi figli, senza cercare di sostituirlo o pretendere il rispetto di regole che lui non riesce a presidiare. Non devi trascurare che la prima vacanza con le figlie di un’altra madre è, per queste ultime, una situazione difficilissima.

Le provocazioni, i dispetti, le modalità oppositive sono spesso maldestri tentativi con i quali “i figli dell’altra donna” cercano di destabilizzare il “terzo genitore” che si trovano in casa con l’intenzione di confermare a sé stessi che
è una persona di cui è meglio non fidarsi. Superare la sfida in queste circostanze significa rimanere leggeri, fare un passo indietro, lasciare che sia il papà a sottolineare i momenti in cui si riscontra maleducazione o si è oltrepassato il limite.

E non trascurare il fatto che tutti i genitori dei preadolescenti, anche quando questi ultimi sono i loro figli naturali, hanno un bel po’ di difficoltà a gestire le loro provocazioni e intemperanze. Devi assolutamente leggere
Il terzo genitore. Vivere con i figli dell’altro di Anna Oliverio Ferraris (Cortina ed.) che consiglia, in casi come il tuo, di puntare sull’empatia, non stare sulla difensiva, evitare di giudicare, essere ben disposti e aperti al cambiamento.

E soprattutto afferma l’importanza di «non assumersi responsabilità che non ci competono», non sentendosi responsabili delle abitudini e stili di vita che sono stati acquisiti nella famiglia di origine.