«Ho lavorato diversi anni con disabili gravi e ciò che mi mandava fuori di testa era che l’unico obiettivo che ci si proponeva fosse quello di mantenere le loro capacità residue. Io invece volevo cambiare tutto, volevo cambiare in meglio il mondo. La scintilla poi è scoccata guardando la serenità con cui mio figlio Leo, affetto da autismo, impastava la pasta di pane». Sul numero di Credere in edicola da giovedì 21 marzo e in parrocchia domenica 24 Nico Acampora racconta come gli è venuta l’idea di fondare PizzAut, il primo ristorante in Italia gestito da giovani autistici.


In breve tempo il suo progetto, apprezzato anche dal Papa e da Mattarella, si è rivelato vincente. Tanto che al primo ristorante a Cassina de' Pecchi, alle porte di Milano, ne è seguito un altro a Monza e ora il prossimo obiettivo sono i pizza-autobus ovvero «truck food finanziati da dare in gestione a varie associazioni, una per provincia, cominciando da Milano».
Acampora – che di sé dice «sono una persona semplice, in cammino» ­– è un vulcano di idee sospinto da una convinzione: «Questi ragazzi non sono un peso per la società, ma una risorsa. Il lavoro può fare miracoli».

 

A Nico Acampora Credere dedica la copertina del numero 12, da giovedì 21 marzo in edicola e domenica 24 in parrocchia. L’intervista è disponibile anche on line su edicolasanpaolo.it.