Accadono certi misfatti nella vita che obbligano tutti a domandarsi fin dove può arrivare l’uomo, sia nel bene sia nel male. In questo caso, purtroppo, dobbiamo parlare di istinti maligni. Un proverbio descrive in due righe quello che tra poco vi devo raccontare. Ecco il proverbio: quando l’uomo perde la sua dignità diventa non solo un animale, ma una bestia. Può un giovanotto per una banale litigata strapaesana a causa di una ragazza ingaggiare un suo nipotino dodicenne, mettergli tra le mani una pistola con la matricola abrasa e obbligarlo a sparare contro il rivale? In quale abisso siamo precipitati? Come è possibile che una cafonata idiota venga risolta con un bambino, una pistola e una vittima ricoverata in condizioni serie? Può un ragazzino diventare protagonista di una situazione così assurda?

Andiamo dicendo da tempo che l’educazione è la grande assente delle nostre case e, forse, della società intera. In questo caso, che spero isolato e oltre ogni limite, trattasi di malavita e non solo di educazione. Ma non possiamo non approfittarne per farci tutti una riflessione.

Il dolore, la morte e la gravissima situazione nella quale siamo precipitati devono trasformarsi in occasione propizia per far nascere tra noi un modo profondamente diverso di vivere. Il sociologo Franco Garelli scrive che tutti quanti abbiamo in memoria qualche adulto che ci ha lasciato una traccia nei nostri anni verdi, a fianco di molti altri finiti dietro le quinte della nostra esistenza. Che cosa ricorderà mai domani questo ragazzino dodicenne di Montichiari, nel Bresciano? Avere adulti positivi, insegnanti motivati, genitori e parenti significativi, attenti alle nostre scelte, alle nostre amicizie e alle nostre fragilità e debolezze, è una fortuna sempre più rara. Raccontiamo fatti dolorosi e vergognosi perché aiutino noi adulti e voi giovani a prevenire, riflettere e interpretare le vicende della vita nel modo più corretto, con una visione della realtà ricca di significati e di saggezza. Diceva Einstein: «La saggezza non è un prodotto dell’istruzione, ma del tentativo di acquisirla che dura tutta la vita».