Sono sempre più numerosi i leader europei senza figli, soprattutto tra i più recenti, dalla Gran Bretagna al Lussemburgo, dalla Francia all’Olanda, per non parlare dell'Italia, e il tema è diventato di pubblica opinione, non senza un certo gusto del gossip, sollevando una domanda esistenziale: come mai? Intanto conviene ricordare che le storie personali sono tutte diverse, e nessuno può permettersi di giudicarle dall’esterno, con leggerezza. Eppure, in prima battuta verrebbe anche da dire: “Bella scoperta!” Intanto perché anche queste storie sono specchio dei tempi, con crescenti presenza di famiglie intenzionalmente “childless” (senza figli), soprattutto in Europa.

Ma soprattutto, come negare che è più facile fare carriera senza carichi familiari, come negare che la presenza dei figli può rallentare carriere e ambizioni? Difficile negare che chi ha deciso di investire parte della propria vita (se non tutta) per lanciare verso il futuro una nuova generazione, nella quotidianità della cura e di un progetto di vita che deve saper durare decenni, potrà gestire con maggiore difficoltà stress, tensioni, giornate lavorative senza fine, giorno dopo giorno, rispetto a chi non ha figli. E in questo il paragone all’interno dell’universo femminile è ancora più evidente: nel confronto tra donne, ancora di più che nel confronto con gli uomini, madri e donne “childless” corrono una gara ingiusta: le prime con in braccio i figli, le altre libere di correre… (e purtroppo mariti e società fanno ben poco, per alleggerirle dal peso…).  Ma almeno altre due riflessioni si possono fare, rispetto a questa notizia/non notizia.



La prima riguarda l’evidenza che nel mettere al mondo un figlio, e nell’esserne responsabile fino alla sua vita adulta e autonoma, ogni uomo e ogni donna sono generatori di bene comune, e contribuiscono al futuro del proprio Paese, e anche dell’Europa stessa, nel caso dei nostri Paesi, in modo decisivo, ponendosi così al servizio non solo e non tanto dei propri personali desideri di maternità e paternità, ma di fatto dando un nuovo inizio ad un intero popolo, attraverso la costruzione di un rinnovato capitale sociale. Perché sono le persone la risorsa più preziosa di un popolo. Così, si serve il bene comune facendo bene il Primo Ministro o il Presidente della Repubblica, ma lo si serve altrettanto bene assumendosi la quotidiana e spesso oscura e responsabilità  dell’accogliere e custodire una nuova vita.. 

La seconda riflessione riguarda proprio la nostra vecchia Europa, perché questa progressiva scomparsa dei bambini anche dalle famiglie di chi comanda – e di chi ha la primaria responsabilità del bene comune – sembra una metafora del destino dei bambini in un continente che invecchia sempre di più. Gli adulti d’Europa non hanno più il coraggio di investire il proprio presente per generare il futuro nei propri figli e per i propri popoli; ma un’Europa così, come potrà rigenerarsi? E come faranno, questi leader, a percepire, anche esistenzialmente, che senza bambini non c’è futuro?

Forse ai nostri governanti senza figli farebbe davvero bene, qualche cena a casa di qualche famiglia numerosa!

                                                                                                                        (*direttore Cisf)