Joshua (significa "il Signore è la mia salvezza", corrisponde all'italiano Giosuè, ma ha origine dalla stessa radice del nome del Salvatore)
arriva da Singapore. Cracovia si sta riempiendo di giovani provenienti da tutto il mondo. Lingue, culture, etnie diverse, ma la stessa identica fede.
Lungo le vie di Cracovia ci si imbatte spesso in gruppi di nazionalità mista e con storie curiose di gemellaggi e aiuti reciproci alle spalle, come ad esempio quello composto da una cinquantina di giovani (foto in alto), alcuni australiani, altri di Singapore che hanno deciso di percorrere insieme l'itinerario verso la Giornata mondiale della gioventù. Sono guidati da don Luigi, come si definisce lui italianizzando il nome, che ha studiato alcuni anni a Roma ed ora si occupa di pastorale giovanile nella terra dei canguri e fa da riferimento anche per i pellegrini giunti dalla città-stato posta ai limiti meridionali della penisola malese, quarta piazza finanziaria al mondo, per importanza.
«Io mi chiamo Joshua - spiega in inglese uno dei circa 350 giovani provenienti da Singapore - il mio è un nome molto comune, mi ricorda ogni giorno la persona di Gesù. Il mio arcivescovo, monsignor William Goh Seng Chy, ha detto a Pentecoste che dobbiamo essere una luce che splende e non rimane nascosta. Io sono venuto per questo, ma sono quasi due anni che ci prepariamo a questo evento raccogliendo anche denaro per il viaggio».
«Io mi chiamo Joshua - spiega in inglese uno dei circa 350 giovani provenienti da Singapore- il mio è un nome molto comune, mi ricorda ogni giorno la persona di Gesù. Il mio arcivescovo, monsignor William Goh Seng Chy,ha detto a Pentecoste che dobbiamo essere una luce che splende e non rimane nascosta. Io sono venuto per questo, ma sono quasi due anni che ci prepariamo a questo evento raccogliendo anche denaro per il viaggio».
ALBERTO: Sempre a proposito delle trafficate le strade di Cracovia non è raro in questi giorni essere fermati da volontari locali che ti invitano a vivere esperienze significative.Due sposi, lui milanese lei polacca, una coppia che presenta ai giovani passanti una particolare iniziativa partita dall'Italia e sviluppata insieme alla comunità locale: “Ask the Pope” per avvicinare e preparare i giovani all’incontro con il Papa in Polonia.
Al Palazzo d’arte di Cracovia, fino al 27 luglio, sarà possibile transitare attraverso un'installazione in sette lingue, un percorso interattivo che accompagnerà gli ospiti a cogliere la profondità spirituale del momento fino alla fase finale dove ciascuno potrà scrivere una domanda direttamente al Papa. Tutte queste saranno poi raccolte in una pubblicazione, una sorta di “Libro delle domande” ed inoltrate direttamente a Papa Francesco che sceglierà eventualmente a quali e come rispondere. Tutti gli approfondimenti sull'installazione interattiva sono raggiungibili sul sito diaskthepope.