Il Sistema sanitario italiano rimane fermo al 22° posto in Europa anche nel 2016, secondo l’Euro index consumer health 2016 che dal 2005 valuta la sanità di 35 Paesi del continente europeo. Osservando la classifica si confermano al vertice i Paesi Bassi, seguiti dalla Svizzera. In terza posizione la Norvegia, seguita da Belgio e Islanda. Al sesto posto il Lussemburgo che precede Germania e Finlandia. La Francia è undicesima e il Regno Unito al quindicesimo posto. La classifica è il risultato di un’analisi complessa che prende in considerazione i diritti dei pazienti e l’informazione, l’accesso alle cure, i risultati dei trattamenti, la gamma dei servizi offerti, eccetera. Si tratta in gran parte di dati statistici ufficiali e di ricerche sul livello di soddisfazione dei cittadini. L’Italia, come abbiamo detto, si colloca in una posizione mediana con una tendenza al miglioramento. In questo senso, i nuovi Livelli essenziali di assistenza, cioè le prestazioni che devono essere garantite sempre e comunque, sono un segnale positivo.

Tuttavia, più della metà degli italiani non è contenta della sanità, una percentuale che al Sud supera il 70 per cento. Lo afferma l’indagine Eurispes, che vede solo il 45,6 per cento dei cittadini soddisfatti, un dato stabile rispetto a sette anni fa. Ci sono, come è ovvio grandi differenze territoriali. Al Nordovest prevale nettamente un giudizio positivo con oltre sette italiani su dieci contenti di ospedali e medici. Del tutto diversa la situazione al Centrosud, con le isole che toccano il 72,4 per cento di critiche relative, per esempio, alle liste di attesa per interventi chirurgici e alla scarsa disponibilità del personale medico e infermieristico. Inoltre, sempre al Sud, la percentuale di coloro che rinunciano alle cure perché troppo costose o inaccessibili è elevata. Come dire, se nasci al Nord ti salvi, se vivi al Sud rischi la pelle.


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