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Perché quando parliamo con nostra figlia Valentina della scelta della scuola superiore, lei si blocca? È brava a scuola, le piacciono molto arte e tecnologia, ma ha bei voti anche in tutte le altre materie. Eppure è sempre incerta: andiamo a vedere le varie scuole, ma nessuna va bene. Pensiamo che farà un liceo perché ha i numeri per farlo, ma se le diciamo che per noi va bene qualsiasi scelta, purché lei sia contenta, tira fuori che magari potrebbe fare anche un istituto tecnico. Non capiamo perché sia così confusa.
GABRIELE E FRANCESCA
— Probabilmente non è tanto la scelta di questo o quell’indirizzo scolastico che preoccupa vostro figlia. Anche gli insegnanti, scrivete, dicono che la ragazza può frequentare qualsiasi scuola. Dalla vostra lettera, mi sembra di cogliere altri timori, più profondi. Ad esempio, l’idea che, scegliendo qualcosa, Valentina dovrà rinunciare alle altre possibilità e resterà legata a questa scelta. Vostra figlia ha molti interessi, e teme di doverne sacrificare qualcuno. Probabilmente ha paura di sbagliare e di restare delusa, magari pentendosi più avanti della scelta fatta. Non scegliendo, non si espone al rischio. Ma forse la ragazza nutre un’altra preoccupazione nascosta: quella di diventare grande attraverso l’ingresso in un mondo nuovo. La crescita è un’avventura emozionante e attraente per i più, ma è talvolta accompagnata dal timore di perdere per sempre qualcosa. Ad esempio le sicurezze dell’infanzia, quando, al riparo dei genitori, le responsabilità sono poche e tutto sembra facile, dalle amicizie al successo scolastico. Affrontare il futuro vuol dire lasciare le certezze di un mondo conosciuto, come la classe della scuola media, per entrare in una realtà incognita. Con compagni e professori nuovi, ma anche con un nuovo modo di studiare e di essere valutati. Che appare più severo ed esigente, e quindi preoccupante. Mamma e papà sottolineano la timidezza di Valentina e questo potrebbe essere l’ostacolo che le impedisce di scegliere con tranquillità il nuovo percorso scolastico. Occorre rassicurarla, magari facendo in modo che le visite alle diverse scuole avvengano insieme a qualche compagna con cui potrebbe stare in classe. Sarebbe anche utile che gli insegnanti, di cui Valentina si fida, le parlino e la rassicurino sulle sue capacità, sul piano non solo degli apprendimenti, ma anche delle relazioni sociali. Alla luce di quanto detto finora, non escluderei una consulenza specialistica presso un centro per l’orientamento, dove Valentina potrà affrontare i suoi dubbi e le sue preoccupazioni con un esperto. Facendo una scelta secondo il metodo più corretto e dipanando le sue ansie rispetto al mondo nuovo che incontrerà.



