Senza amici non solo l’umore ma anche la salute è più a rischio, in particolare quella del cuore. Lo certifica uno studio della Harvard University (Usa) pubblicato su Proceedings of the Royal Society B che ha scoperto il legame fra solitudine e più alti livelli di una proteina della coagulazione del sangue che può causare infarti e ictus. Questa proteina, utile in caso di lesioni o perdite di sangue, se presente in quantità eccessive e a lungo, può portare a un aumento della pressione e causare l’accumulo di depositi di grasso nelle arterie.
Sempre di più si cercano e si scoprono le intime connessioni tra corpo e psiche o se volete tra corpo e anima. E proprio in questo numero diamo conto di un corposo studio statunintense appena pubblicato (ne parliamo a pag. 48) che approfondisce e conferma il legame tra pratica religiosa e salute. Aver fede, andare a Messa e pregare più di una volta la settimana può ridurre i rischi cardiovascolari, cancro e relativa mortalità. Lo studio in questione è iniziato nel lontano 1992 e completato 20 anni dopo, nel 2012, valutando ben 74.534 infermiere americane. Un numero consistente per una ricerca scientifica.
Dati su cui ri”flettere. Anche se si potrebbe obiettare che chi non ha il dono della fede non può essere automaticamente condannato. Si tratta piuttosto di avere coscienza della nostra natura spirituale e di porsi in una condizione di elevazione quotidiana riguardo alle spinte nichiliste che tentano di trascinarci verso il basso. In fondo, la vera guarigione interiore, e di conseguenza quella fisica, dipende in gran parte da noi.
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