Non è durata nemmeno 24 ore la pace dentro la sinistra. E al centro di tutto c’è sempre il “fattore Renzi”, il trentasettenne sindaco di Firenze che gira per l’Italia in camper per promuovere la sua candidatura a premier. Dopo la saggia tregua firmata ieri dal segretario del Pd Pierluigi Bersani sulle regole delle primarie (“un capolavoro della democrazia”, ha commentato Bersani), ecco scendere in campo il leader di Sinistra ecologia e libertà Nichi Vendola: “In Renzi c'é una marcata adesione a modelli culturali che io penso debbano essere rottamati”, ha detto il governatore della Puglia in un’intervista. Secondo Vendola bisogna “rottamare la subalternità culturale di certa sinistra al modello liberista che sta scorticando l'Europa”.
Gli attacchi al sindaco di Firenze non avvengono solo fuori dal Pd. Contro il fiorentino Renzi anche la senese Rosi Bindi: “Inviterei Renzi a fidarsi non solo di Bersani ma di tutto il partito. La sua assenza da molti è stata giustamente notata come atteggiamento di poca attenzione per chi ha lavorato anche e soprattutto per lui. Era stato invitato, avrebbe potuto riservare questa attenzione nei confronti del massimo organo di rappresentanza del partito”.
La verità è che Renzi continua a innervosire il Pd. I sondaggi lo danno in costante aumento. Berlusconi lo utilizza come arma a doppio taglio e dichiara che le sue idee e quelle del giovane candidato sono le stesse. “Ma è ovvio che il bacio di Berlusconi a Renzi è come un bacio della morte”, commenta l’ex manager del Biscione Giorgio Gori, divenuto uno degli spin doctors più ascoltati del sindaco di Firenze.


