Quanto sta accadendo con gli allievi del Liceo Virgilio di Roma, circa la battaglia sulla libertà di spaccio, con reazioni tra il banale e il violento, non può lasciarci indifferenti. Il problema esiste non solo per la droga, ma per l’intero sistema scolastico.

Giocare a nascondino in certe situazioni o riempire giornali e telegiornali con notizie cariche solo di particolari falsamente neutri fa male a tutti, ai ragazzi, ai genitori, ai docenti, alla società. La scuola è un laboratorio istruttivo ed educativo, arricchito da progetti spalmati su tutti gli aspetti necessari per affrontare la vita senza cadere in trappole ad alto rischio.

Se i fatti del Virgilio vanno analizzati separatamente possono avere ragione e/o torto tutti: la preside, i Carabinieri, i genitori, i docenti e i ragazzi. Questa società sempre più banale esalta fino alla nausea i diritti, soprattutto quando i diritti collimano con i capricci e con false giustificazioni. Nella vita non esistono doveri piccoli e doveri grandi, diritti piccoli e diritti grandi, mali piccoli e mali grandi.

Dal Virgilio emergono sintomi di una lacuna educativa che non può far presagire un futuro sano, serio, degno di una cultura umanistica tanto energica quanto poetica, tanto liberale quanto legale.

Il mio disagio nasce da dentro, avendo purtroppo a che fare con ragazzi della stessa età, partiti allo stesso modo. La scuola, da “orto chiuso” e riservato alla classe docente, è diventata luogo di nessuno, soprattutto quando nascono fenomeni così delicati.

Urge trovare punti veri e seri di riferimento, persone preparate a sentirsi insulti di ogni tipo. I ragazzi vanno affrontati da chi crede in loro, nonostante tutto. Indiciamo una settimana in tutte le scuole superiori italiane nella quale invitiamo persone “positive” e apriamo un serio dibattito sull’adolescenza, sulla solitudine, sull’amicizia, sulla paternità e sull’educazione, possibilmente in contesti non scolastici ma socialmente interessanti e motivanti come carceri, comunità, teatri, stadi, aziende, luoghi d’arte, cooperative.

Potrebbe essere un’alternativa ottima alle gite scolastiche. La settimana andrebbe scandita con momenti di testimonianza, di lavoro, di sport, di teatro. E alla fine con un diario, pieno di riflessioni personali. È una mia idea. A voi le altre.