Sono 5.300 le startup innovative, con 23 mila addetti. È il patrimonio che può vantare l'Italia, evidenziato dal presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Marco Gay, durante il Festival dell'Economia di Trento dedicato a individuare i luoghi cruciali per rintracciare la crescita economica.
Un tesoretto che merita di essere valorizzato perché all'interno di esse battono migliaia di cuori di altrettanti imprenditori che possono rappresentare il fulcro del tessuto industriale nazionale del futuro.

Tuttavia, attrarre talenti, manager, cervelli e investimenti non è affatto semplice. Sia perché un territorio non si inventa attrattivo per le start up dall'oggi al domani sia perché la concorrenza internazionale è enorme. Il segreto è in un mix di servizi, centri di formazione, luoghi di ricerca e buona amministrazione. “Serve una buona Università capace di attirare studenti e professori di alto livello ma permette a ricercatori di diverse discipline di mettersi in contatto” spiega Innocenzo Cipolletta, economista e presidente dell'università di Trento. E proprio le valle trentine sono uno dei luoghi che più ha saputo rendersi appetibile per le start up: “la nostra Provincia - spiega Mauro Casotto, direttore del Dipartimento Internazionalizzazione, Attrazione e Sviluppo Imprese di Trentino Sviluppo – ha creato 7 incubatori che coinvolgono 120 aziende, all'interno delle quali lavorano oltre 1000 unità. Ogni incubatore è stato pensato per una specializzazione diversa: dalle realtà della meccatronica alle imprese della green economy”.