La guerra, ormai, lambisce il limite del disastro. L’ultimo attacco statunitense a tre impianti nucleari iraniani ha segnato un nuovo punto di non ritorno, sollevando l’indignazione e l’allarme di organizzazioni pacifiste e società civile. Tra le più decise a far sentire la propria voce c’è la Rete Italiana Pace e Disarmo, che ha condannato con fermezza l’azione militare americana, giudicandola «sconsiderata» e «pericolosamente destabilizzante».

«Questa azione sconsiderata avvicina il mondo al disastro nucleare e sottolinea l’urgente necessità di rifiutare le armi nucleari e la copertura che esse forniscono alle aggressioni militari», si legge nel comunicato diffuso dalla Rete, partner della Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN), premio Nobel per la Pace nel 2017.

Un attacco senza precedenti

I tre impianti colpiti si trovano in territorio iraniano e includono anche strutture di uso civile. Proprio per questo l’organizzazione italiana richiama l’attenzione su una palese violazione del diritto umanitario internazionale, che vieta di colpire infrastrutture nucleari per l’elevato rischio che rappresentano per l’ambiente e per la vita umana, ben oltre i confini del Paese colpito.

«Le strutture nucleari, sia civili che militari, non devono mai essere prese di mira. Tali attacchi […] rischiano anche gravi conseguenze radiologiche per le persone e l’ambiente, sia all’interno dell’Iran che ben oltre i suoi confini».

Il paradosso della deterrenza

La denuncia della Rete Pace Disarmo si inserisce nel più ampio dibattito sull’ipocrisia del regime internazionale delle armi nucleari. L’Iran, ricordano, è parte del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), e per anni è stato conforme al JCPOA – il cosiddetto “Iran Deal” – fino a quando gli Stati Uniti non si sono unilateralmente ritirati dall’accordo. In tutto questo, nessuna evidenza da parte dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha mai dimostrato che Teheran abbia effettivamente sviluppato armamenti atomici.

Eppure, a colpirla sono due potenze nucleari: Israele, che non ha mai firmato il TNP e che si ritiene detenga circa 90 testate nucleari, e gli Stati Uniti, che ne possiedono circa 3.700.

«Gli Stati Uniti stanno violando i loro obblighi di disarmo, così come gli altri otto Stati dotati di armi nucleari. Questi attacchi rischiano di spingere altri Stati a dotarsi di armi nucleari», avverte la Rete, sottolineando l’effetto domino che potrebbe scaturire da questa escalation.

L’appello al Governo italiano

Un passaggio chiave della dichiarazione è rivolto direttamente a Roma. La Rete Italiana Pace e Disarmo chiede al governo di prendere una posizione chiara e netta, e soprattutto di non rendersi complice, neppure indirettamente, di operazioni che violano principi fondamentali del diritto internazionale.

«Chiediamo al governo italiano di escludere immediatamente qualsiasi supporto logistico a queste operazioni, anche negando il permesso ai bombardieri statunitensi B-2 stealth o B-52 che attaccano l’Iran di transitare sullo spazio aereo italiano o rifornirsi nelle nostre basi».

L’Italia, aggiunge la Rete, non deve in alcun modo «facilitare, assistere o consentire questi attacchi – direttamente o indirettamente».



La minaccia del giorno dopo

La paura è concreta. Se le armi nucleari venissero effettivamente utilizzate in questo conflitto – sia dagli Stati Uniti che da Israele – le conseguenze umanitarie sarebbero immediate e devastanti. Una sola esplosione atomica in una città potrebbe causare la morte istantanea di centinaia di migliaia di persone, distruggere il sistema sanitario e contaminare l’ambiente per decenni. In caso di conflitto più esteso, la Rete avverte che si potrebbe arrivare a un “inverno nucleare”, con carestie, sfollamenti di massa e crisi globali su larga scala.

«Il Bulletin of the Atomic Scientists avverte che siamo più vicini alla guerra nucleare di quanto non lo siamo mai stati dai tempi della Guerra Fredda – e gli eventi recenti dimostrano quanto rapidamente questo rischio possa concretizzarsi», si legge ancora nel comunicato.

Una sola strada: il disarmo

Il messaggio finale è netto, senza ambiguità. Non si tratta solo di condannare ciò che è avvenuto, ma di cambiare rotta.

«Questa è la terrificante realtà di un mondo che continua a tollerare il possesso di armi nucleari da parte di qualsiasi Stato. L’unica strada per la sicurezza è il disarmo».

Ecco perché la Rete Italiana Pace e Disarmo invita l’Italia a firmare e ratificare il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, che ha già raccolto l’adesione di oltre 90 Paesi nel mondo. Un gesto non solo simbolico, ma concreto, per contribuire a fermare la corsa verso l’abisso e rilanciare la cultura della pace.