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E’ caos totale negli aeroporti e nei cieli degli Stati Uniti. Se lo shutdown prosegue, il taglio del traffico aereo nel Paese potrebbe raggiungere il 20% nel corso di questo weekend, secondo il segretario Usa ai Trasporti. Lo shutdown negli Stati Uniti cominciato lo scorso 1° ottobre, il primo in sette anni, è diventato il più lungo della storia americana segnando un record.
Con questo termine – shutdown, letteramente "spegnimemto" – si indica il blocco di tutte le attività amministrative e governative non essenziali del Paese: una procedura che viene decisa dal Governo ogni volta che il Congresso non raggiunge un accordo sulla legge di bilancio e, di conseguenza, le attività amministrative non vengono rifinanziate e quindi “spente”, fino a quando non si arriva a un compromesso e i fondi per pagare stipendi e servizi non vengono sbloccati.
Il precedente record di shutdown più lungo della storia era stato nel 2019, durante il primo mandato di Donald Trump, ed era durato 34 giorni. Negli ultimi cinquant’anni l’America ha vissuto il blocco delle attività amministrative una ventina di volte. Lo shutdown non implica la paralisi totale dello Stato: non ha un impatto sui servizi essenziali come le poste, l'esercito e i programmi di assistenza come la previdenza sociale e i buoni alimentari. Ma i dipendenti federali non ricevono lo stipendio fino al termine della chiusura. E una vasta serie di servizi viene interrotta, causando ovviamente disagi che possono essere anche gravi, come sta avvenendo in questi giorni con la paralisi del traffico aereo.
Più di 5.000 voli complessivamente sono stati cancellati o ritardati, perché a causa dello shutdown decine di migliaia di controllori di volo e il personale di sicurezza degli aeroporti sono rimasti senza stipendio. La carenza di persone del traffico aereo ha avuto un impatto molto pesante soprattutto sui voli nazionali. Ad essere colpiti in modo particolare alcuni grandi aeroporti come quelli di New York, Atlanta, San Francisco e Washington.
Lo shutdown si ripercuote anche sull'Italia: oltre 4mila lavoratori italiani impiegati nelle basi militari americane nel nostro Paese rischiano di restare senza stipendio finché va avanti il blocco delle attività amministrative negli Stati Uniti. In Italia sono presenti cinque basi Usa:ad Aviano, Vicenza, Livorno, Napoli e Sigonella.I dipendenti italiani sono assunti direttamente dal ministero della Difesa americano in base ad un accordo bilaterale.
(Foto Ansa: i voli cancellati all'aeroporto internazionale di San Francisco)



