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Tre voli speciali, diretti a Milano, Roma e Pisa, hanno portato in Italia 31 bambini di Gaza bisognosi di cure con i loro familiari, per un totale di quasi 120 persone, nell'ambito della più grande operazione nazionale di evacuazione per motivi sanitari condotta dal nostro Paese, esattamente la quattordicesima, da gennaio del 2024, come ha spiegato in un post su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Grazie all’impegno del Governo e in particolare del Ministero degli Esteri, dall’inizio della guerra abbiamo accolto più di 180 bambini palestinesi e circa 400 loro familiari», ha aggiunto Tajani. «Sommando anche i ricongiungimenti familiari, con oggi sono 914 i palestinesi arrivati in Italia dalla Striscia di Gaza. Numeri che fanno dell’Italia il primo Paese occidentale per palestinesi accolti nell’ambito delle operazioni umanitarie. Abbiamo fatto più di tutti gli altri Paesi europei messi assieme».
I piccoli pazienti sono stati trasferiti in diversi ospedali in Lombardia, Veneto, a Perugia, Bologna, Firenze e al Bambino Gesù di Roma, dove in totale ad oggi sono stati accolti venti bambini provenienti da Gaza, dall'inizio del conflitto a ottobre del 2023. I piccoli pazienti presentano diverse patologie: traumi agli arti, ustioni, malnutrizione, malattie oncoematologiche, cardiopatie e difetti cardiaci congeniti, malattie infettive, patologie infiammatorie e reumatologiche, malattie metaboliche e disturbi neurologici.
Tra le strutture sanitarie che hanno accolto alcuni piccoli pazienti c'è anche l'ospedale pediatrico Santobono Pausilipon di Napoli, dove sono stati trasferiti due bambini, Rayan e Sham, arrivati all'aeroporto di Ciampino (in totale erano sei). Ryan, accompagnato dal padre e dalla madre, ha poco più di un anno e arriva da Deir al-Balah. Sham, due anni, è accompagnata dalla mamma e dalla sorellina e proviene da Khan Younis. «Dall’inizio del conflitto sono sei i bambini presi in carico dal nostro ospedale per varie patologie complesse», ha spiegato Rodolfo Conenna, direttore generale dell'Aorn (Azienda ospedaliera di rilievo nazionale) Santobono Pausilipon, «accoglierli e curarli è quello che sappiamo e dobbiamo fare. È la risposta, senza distinzione di nazione e Credo, al dramma della guerra che, in questo caso, ha tra i bambini le vittime che più di tutte sollecitano la nostra sensibilità e muovono l'impegno concreto delle Istituzioni».
Cure mediche per i bambini, ma anche assistenza e sostegno per le famiglie affinché possano ritrovare un briciolo di serenità in un ambiente protetto e accogliente, lontano dalla guerra e dalla devastazione: la Fondazione Santobono Pausilipon ha messo a disposizione degli alloggi e si occupa dell'ospitalità delle famiglie. «Grazie anche ai progetti di raccolta fondi dedicati ai Corridoi umanitari riusciamo a garantire a questi genitori e ai loro piccoli un sostegno completo e continuativo sotto ogni aspetto», ha affermato Flavia Matriscano, direttrice della Fondazione.
L’Aorn Santobono Pausilipon è il principale polo ospedaliero pediatrico del Sud Italia e punto di riferimento regionale per l’emergenza e l’alta specializzazione in ambito neonatale e pediatrico. L’ospedale garantisce risposte tempestive alle urgenze pediatriche e percorsi complessi in oncologia, neuropsichiatria infantile, terapia intensiva e riabilitazione. Promuove inoltre la ricerca scientifica e la formazione. La Fondazione Santobono Pausilipon nasce nel 2010 con l’obiettivo di supportare l’ospedale nel miglioramento costantemente della qualità di vita e di cura dei piccoli pazienti e nel sostegno alle loro famiglie.
La Fondazione è impegnata nei corridoi umanitari internazionali, come quelli promossi dall’Unhcr (l’agenzia Onu per i rifugiati), per accogliere e curare bambini con gravi patologie in arrivo da Paesi affetti dalla guerra e da conflitti interni. Negli anni ha aiutato bambini dalla Siria, dal Venezuela. Di recente ha allargato le sua attività di sostegno all’Ucraina, inviando farmaci e beni di prima necessità a strutture sanitarie pediatriche nelle zone di guerra.
(Foto Ansa: l'arrivo dei bambini e delle loro famiglie all'aeroporto di Ciampino)



