Il 15 agosto. La data dell'incontro fra Donald Trump e Vladimir Putin per discutere di come porre fine alla guerra in Ucraina è stata fissata. Sarà in Alaska, il territorio acquistato dagli Usa più di un secolo e mezzo fa proprio dalla Russia. Già nell'incontro a Mosca con l'inviato degli Stati Uniti Steve Witkoff, Putin aveva proposto il completo cessate il fuoco in Ucraina in cambio della cessione delle regioni orientali ucraine - in buona parte occupate dalle forze russe - e della Crimea, occupata e annessa illegalmente alla Russia nel 2014.

Annunciando il prossimo vertice con il presidente russo, Trump ha affermato che un possibile accordo di pace potrebbe passare attraverso lo scambio di territori. Allo stato attuale, la Russia occupa e controlla buona parte del Donbas, ovvero quasi tutta la regione (oblast) di Luhansk, circa tre quarti della regione di Donetsk, di quella di Zaporizhizia, quasi tutto l'oblast di Kherson e tutta la Crimea. Putin ha sempre reclamato il riconoscimento dell'annessione alla Russia di queste regioni, reclamando i risultati del referendum-farsa del settembre 2022, riconosciuto soltanto da due Paesi, Russia e Corea del Nord, con i cittadini delle zone occupate costretti a votare, sottoposti all'intimidazione del soldati russi che andavano casa per casa con le urne elettorali.

Anche se non è chiaro esattamente a quali territori Trump si riferisca quando parla di scambio, è ormai evidente che la negoziazione fra Washington e Mosca presupponga un accordo sui territori ucraini. Putin non è in alcun modo disposto ad accettare il cessate il fuoco senza che le sue richieste territoriali vengano soddisfatte. Al tavolo in Alaska sarà assente l'Ucraina. Il presidente ucraino Zelensky, che si era detto disponbile e pronto a incontrare personalmente il leader del Cremlino, è stato escluso da questa fase di negoziazioni e - pur nella pragmatica consapevolezza che a questo punto Kyiv dovrà trattare sui territori - ha reso noto che gli ucraini non concederanno ai russi nessuna ricompensa per quello che hanno fatto invadendo l'Ucraina.  "La risposta alla questione territoriale ucraina è già nella Costituzione dell'Ucraina... Gli ucraini non regaleranno la loro terra all'occupante" , ha sottolineato Zelensky in una lunga dichiarazione pubblicata su Telegram. "L'Ucraina è pronta a prendere decisioni concrete che possano portare alla pace. Qualsiasi decisione contro di noi, qualsiasi decisione che escluda l'Ucraina, è allo stesso tempo una decisione contro la pace e non porterà a nulla. Sono decisioni morte, non funzioneranno mai. E noi tutti abbiamo bisogno di una pace reale, viva, che le persone rispettino". 

Qualunque accordo venisse preso da Trump e Putin, insomma, dovrebbe essere poi accettato da Kyiv. Dopo tre anni e mezzo di guerra, gli ucraini sono esttremamente provati, esausti, disillusi: la maggior parte dei cittadini non crede più nella possibilità di una vittoria ucraina che possa permettere al loro Paese di conservare la sua integrità territoriale. Un recente sondaggio dell'America Gallup Institute rileva che quasi il 70% degli ucraini è favorevole a mettere fine al più preso il conflitto attraverso negoziati, mostrando un ribaltamento dell'opinione pubblica rispetto al 2022, quando il 73% degli ucraini era favorevole a continuare a combattere fino a raggiungere la vittoria. Ma questo non significa che, oggi, gli ucraini siano disposti a qualunque cessione a Mosca ed ad accettare qualsiasi condizione. La minaccia russa fa paura, gli ucraini non si fidano di Mosca e, qualunque forma di accordo venga presa, chiedono garanzie certe, per allontanare il pericolo che, fra qualche anno o anche prima, si ritrovino a subire un nuovo attacco da parte della Russia.
 

Con la visita in Alaska Putin torna negli Stati Uniti per la prima volta dopo quasi dieci anni. L'ultima visita del leader del Cremlino negli Usa, infatti, è stata a settembre del 2015. L'ultimo incontro di Putin con un presidente Usa è stato con Joe Biden nel 2021 a Ginevra, prima dell'invasione dell'Ucraina. "Il Cremlino si aspetta che, dopo l'Alaska, il successivo incontro tra i presidenti russo e statunitense Vladimir Putin e Donald Trump si svolga in territorio russo", ha dichiarato il consigliere del leader russo Yuri Ushakov, come riporta l'agenzia Interfax. Quanto alla scelta dell'Alaska come luogo dell'incontro, Ushakov ha detto che "Russia e Stati Uniti sono vicini di casa, confinanti. E sembra del tutto logico che la nostra delegazione attraversi semplicemente lo Stretto di Bering e che un vertice così importante e atteso dei leader dei due Paesi si tenga in Alaska".

(Foto Ansa: Donald Trump e Vladimir Putin)