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Grazie al rapporto redatto da Coop per il 2025, è possibile delineare le nuove tendenze di consumo degli italiani, soprattutto nell’ambito culinario. Gli avvenimenti che stanno scuotendo il mondo in questo periodo si rinfacciano anche su usi e costumi contemporanei della società. In un periodo di guerre e di sfiducia generale l’atteggiamento degli italiani è drasticamente cambiato. Se nell’immediato post-covid c’è stata una ripresa fiorente dell’economia, questo slancio si è già esaurito. Gli italiani affrontano la loro vita con un umore diverso dagli anni passati: rispetto al 2022 crescono il timore (dal 20% al 39%), l’inquietudine (dal 24% al 37%) e l’allerta (dal 16% al 25%). A causa di questi fattori sono cambiate anche le modalità e la quantità di spese delle famiglie italiane.
Nel 2024, rispetto a cinque anni fa, la spesa generale delle famiglie ha fatto registrare un aumento del +0,5%. La differenza sostanziale con gli anni passati la evinciamo nel fatto che gli italiani non spendono più per il possesso di un oggetto ma preferiscono investire in esperienze di vita, puntando a risparmiare dove si può. Questo ha portato a spendere solo per i costi necessari (casa, trasporti e cibo). Nella prima parte del 2025 la spesa per pranzi o cene al ristorante è decisamente calata rispetto al 2024 (-2,2%), di conseguenza si registra un aumento della spesa nei supermercati. Frutta e verdura sono il fulcro dell’incremento della spesa all’interno degli alimentari italiani. Nell’ultimo anno si è notevolmente intensificato l’acquisto dei sostituiti vegetali delle proteine animali, questo perché il cibo viene sempre più indentificato come fattore determinante per godere di una buona salute.
L’inflazione alimentare nei paesi europei è più alta di quella italiana, ma, nonostante questo dato, le difficoltà economiche italiane rendono necessaria la ricerca del risparmio anche tra gli scaffali dei supermercati. Nel corso degli ultimi anni è mutato anche il rapporto tra gli italiani e la loro cultura gastronomica. Sono sempre meno le persone che si riconoscono in un’identità culinaria strettamente legata al passato (scendono dal 34% al 22%) mentre cresce fortemente (dal 30% al 38%) il numero di coloro che fondono tradizione e innovazione a tavola. Domenico Brisigotti – Direttore generale di Coop Italia- ammette la contrazione della domanda e ribadisce con vigorosità il piano avviato l’anno scorso da Coop, cercando di accontentare il cliente nella necessità di risparmio nella spesa quotidiana.



