Un racconto scritto quasi per caso, in cui riversare la sua passione più grande, la musica classica, e ritrovarsi incredula a vincere il Premio Campiello giovani. È la favola bella di Ludovica Medaglia, milanese di 17 anni, che ci conˆfida come prima di quella esperienza non aveva mai scritto nulla. Ma evidentemente il talento ce l’ha nel sangue. E dire che l’italiano non è neanche la sua materia preferita: le piacciono di più il greco e soprattutto la matematica, per la quale ha una vera passione.

«Mi interessa specialmente la dimensione astratta di ogni cosa, l’elucubrazione mentale, mi affascinano le dimostrazioni teoriche», dice. Poi c’è il pianoforte, che suona da sei anni con l’obiettivo di sostenere l’esame per l’ottavo anno al Conservatorio. Tutto è iniziato quando alla sua scuola, il Liceo classico Beccaria a Milano, sono venute a parlare alcune finaliste delle precedenti edizioni del Campiello. «Due insegnanti mi hanno spronato a partecipare», ricorda. «Ho scartato diverse trame e alla ˆfine ho deciso di dedicarmi al racconto dal titolo Wanderer – come l’omonima fantasia per pianoforte di Schubert –, la cui trama si è sviluppata man mano che lo scrivevo».

È la storia di un “enfant prodige” del pianoforte che a 26 anni incontra una ragazza anch’essa musicista. Si innamorano e partecipano allo stesso concorso: è lei, che possiede una particolare grazia e perfezione, a vincere. Per la frustrazione il giovane chiude la relazione e decide di smettere per sempre di suonare. Passa una vita di solitudine e poi, una volta diventato vecchio, decide di riprendere a suonare e mette un annuncio per ricevere lezioni di pianoforte. Si presenta una donna, e dopo qualche lezione il vecchio la invita a suonare per lui lo stesso brano, Wanderer, del famoso concorso di gioventù. Tra le mani dell’insegnante compare un fazzoletto, con le iniziali ricamate di rosso. Un ricordo lontano che riafˆfiora, la voglia di tornare a vivere.

«Wanderer signiˆca viandante», spiega Ludovica, «una ˆfigura dalla forte valenza simbolica. In esso si identiˆfica il protagonista: come chi vaga non vede nient’altro che il suo stesso andare, così lui non ha nessun altro interesse che arrivare alla morte». Il racconto è edito in una collana di libri del Premio Campiello, e si può leggere su Repubblica on line.

«Secondo la giuria sono riuscita a far comprendere la psicologia dei personaggi attraverso le sfumature della musica. Non posso dire che la scrittura mi sia venuta in modo immediato. Per me è stato impegnativo. Ma poi che emozione sapere che tra i tantissimi concorrenti tra i 15 e i 22 anni sono stata scelta tra le cinque finaliste e poi, dopo tre giorni di cerimonia alla Fenice di Venezia, apprendere la mia vittoria. Ora che ho scoperto questo talento voglio continuare a scrivere, anche se per il mio futuro sono indecisa tra lo studio della Žfilologia e quello della matematica. Oltre al pianoforte, naturalmente».