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I casi di deep fake e di deep nude di cui i media oggi stanno dibattendo è un segnale di un fenomeno molto complesso con cui dovremo allenarci a fare i conti nel prossimo futuro.
Molte donne famose hanno improvvisamente scoperto che on line circolavano loro foto fake nelle quali il loro volto era stato abbinato a un corpo nudo. Giusto per dovere di cronaca L’Ansa cita i nomi (autentici) e i corpi (rielaborati) di Francesca Barra, Andrea Delogu, Caterina Balivo, Diletta Leotta, Selvaggia Lucarelli, Sophia Loren, Angelina Mango, Elisabetta Canalis, Arisa, Michelle Hunziker, Maria Elena Boschi e Cristina D’Avena. In pratica mentre ciascuna di loro viveva i propri impegni professionali e personali, qualcuno si era divertito a creare queste immagini finte grazie all’intelligenza artificiale e a diffonderle in rete. Grazie all’utilizzo di app, questa operazione non richiede nessuna competenza tecnica specifica. Il costo per attivare funzioni molto evolute su queste app è irrisorio, consentendo a chiunque di spogliare virtualmente una persona a partire da una sua foto.
Ora sono state bloccate molte applicazioni che offrono questa funzione ma le vie di fuga a questo divieto sono ancora molte.
Questo fatto ci pone ancora una volta di fronte a una domanda urgente: la scelta di fare o non fare un’azione di falsificazione come questa può essere lasciata alla volontà del singolo? Ovviamente la risposta è negativa in quanto il pericolo che fatti simili si possano ripetere è alquanto probabile. In Italia esiste una legge ed esiste un garante per ciò che avviene online, ma l’evoluzione digitale marcia su scala globale e a ritmi rapidissimi e la possibilità di fare atti illeciti, come è avvenuto in questo caso, è ancora altissima. Se nella vita reale, rubare le foto nude di qualcuno è molto complesso ed espone ad un rischio altissimo di essere intercettato e condannato (purtroppo non sempre ciò accade e le denunce inascoltate per revenge porn sono una triste piaga ancora da sanare), farlo attraverso l’intelligenza artificiale è un gioco da ragazzi.
È chiaro a tutti che i dilemmi etici su cosa è lecito fare o non fare con l’intelligenza artificiale sono oggi al centro delle priorità mondiali. Non tutto quello che può fare l’intelligenza artificiale è bene e quello che ha coinvolto molte donne in questo deprecabile atto di abuso sulla loro immagine ne è un esempio. Ma il dilemma etico si pone ogni giorno per milioni esseri umani, primi fra tutti i giovani che devo costruire la loro visione etica del vivere abitando un tempo molto complesso.
Esprimiamo globalmente la nostra solidarietà alle donne protagoniste di questa grave vicenda e come primo gesto concreto di vicinanza decidiamo di non andare a cercare le loro foto. Nell’attesa di una politica mondiale che tuteli ciò che si può fare e ciò che non si può fare anche nell’online iniziamo da oggi ad allenarci nello scegliere come comportarci nella nostra vita virtuale. Ogni nostro like o visualizzazione è una piccola goccia che condiziona il divenire del web. Usiamo responsabilmente questo potere.



