Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 12 luglio 2025
 

Una sana vita spirituale ha bisogno tanto del rapporto con Dio quanto con i fratelli

Mt 5,20-26 - Giovedì della X Settimana del Tempo Ordinario - Anno dispari - (12 giugno 2025) - 

“Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono”. Quando si legge questo passo del vangelo ci si accorge di come in realtà pochi di noi potrebbero andare a “presentarsi all’altare” con un cuore libero e leggero. Molti di noi, pur desiderando con tutto il cuore una situazione di pace con tutti, si portiamo addosso le ferite ricevute o inferte da certi rapporti con chi ci sta intorno che appesantiscono il cuore e affaticano anche la capacità di amare e di pregare.

Diciamoci la verità: quando si sta bene con la gente che abbiamo accanto, si ha un rapporto migliore anche con Dio. Per questo una sana vita spirituale non ha solo bisogno di crescere nel rapporto verticale con Dio ma anche del rapporto orizzontale con i fratelli. Se tu vuoi migliorare i rapporti con gli altri allora migliora anche il tuo rapporto con Dio, e viceversa se vuoi migliorare il tuo rapporto con Dio dedicati anche a migliorare il tuo rapporto con gli altri. Le due dimensioni vanno sempre insieme. E se unisci queste due dimensioni ti verrà fuori una croce. In questo senso Cristo ha rimesso insieme il cielo e la terra, l’amore per Dio e l’amore per il prossimo; l’altare e il volto del fratello. Credere è sempre questa doppia capacità di amare.

Ma guai a pensare che l’amore a cui siamo chiamati deve essere semplicemente un amore giusto: “se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. Siamo chiamati ad amare con un amore che è più grande della giustizia. È l’amore che è più grande del dovere. È l’amore gratuito non richiesto da nessuna regola e da nessun altro. È l’amore che ama e basta, senza misura. È l’amore che va al fondo delle questioni e non solo amore che salva la faccia, o la forma. Siamo chiamati a una giustizia più grande. È la giustizia di chi fa non perché gli viene chiesto, ma perché sceglie da se. 

Vai alle LETTURE DEL GIORNO


11 giugno 2025

 
Pubblicità
Edicola San Paolo