Nel cuore di Sanremo, tra luci e colori, si intrecciano storie di amori e dolori. Achille Lauro canta l'incoscienza dei giovani, mentre Gabbani celebra la vita che ci sorprende. Brunori Sas svela l'albero delle noci, un inno alla genitorialità che ci tocca. E tra le note, la resilienza emerge, un messaggio di speranza che ci spinge. E si, “sono solo canzonette”, ha cantato Edoardo Bennato, introducendo la terza serata: “Sono solo canzonette, non mettetemi alle strette, ma che politica, che cultura”. Ovviamente è un linguaggio antifrastico. E dunque non sono solo canzonette.
È il racconto di storie di eroi moderni, uomini e donne, che affrontano le sfide enormi della complessità del vivere odierno, armati di coraggio, resilienza e umanità. Nel mondo moderno, l’uomo sembra spesso affogare in un mare di stimoli, aspettative e incertezze. La società contemporanea, pur offrendo infinite possibilità, ci costringe a un ritmo che ci esaurisce, un vortice che non lascia spazio per fermarsi, riflettere, respirare.
L'incessante ricerca del successo, della produttività e della perfezione crea una pressione costante che, lontano dall’essere fonte di realizzazione, diventa un peso insostenibile per molti. Ogni canzone diventa il viaggio delle persone comuni: a loro modo, fanno la differenza; affrontano paure e imperfezioni, nonostante la loro vulnerabilità.
È il dramma della depressione – malattia del secolo-, narrata suggestivamente da Fedez in Battito: il rumore assordante (=come “una guerra di mondi”) della solitudine, in un mondo sempre più connesso; la malattia che prostra il corpo e lo spirito, da cui ci si può risollevare solo aspirando a spazi di realizzazione umana autentica, cercando l’Amore “giusto”. Si, perché l’Amore vive della sua giustizia come legame profondo che non perde senso e ci chiede di rivedere le nostre aspettative, di riscoprire un impegno profondo e di imparare a scegliere con consapevolezza, resistendo un mondo che ci spinge continuamente a voler “tutto subito. La domanda è allora questa: “come deve essere l’Amore per essere come deve?”.
“L’Amore senza sentimento è un inferno a fuoco lento”, canta Rkomi. Il sentimento è oggi falsificato dal fugace appagamento del consumo immediato e dalla gratificazione istantanea dell’apparenza In questo mare di complessità, l’individuo rischia di perdere sé stesso, sommerso dalla necessità di essere "sempre on", di soddisfare richieste esterne, di adattarsi a un mondo che corre troppo veloce, sopraffatto non solo dalle difficoltà materiali, ma anche dalla frenesia psicologica che ci spinge a cercare un significato in luoghi sbagliati, lontano da noi stessi. Non è queta alienazione pura? La vera sfida è trovare un equilibrio, imparare a navigare questo oceano di stimoli e aspettative senza perderci, coltivando la capacità di rallentare, di ascoltare ciò che ci è veramente necessario per vivere in modo autentico.
In questo senso il Festival di Sanremo 2025 può essere inteso come “Odissea dell’esistenza": un viaggio che non ha mai una conclusione definitiva, ma che è segnato dalla ricerca, dal cambiamento e dalla speranza di trovare, almeno per un attimo, un luogo dove sentirsi veramente a casa. Ma proprio come nell'epica omerica, la speranza, la forza interiore e la ricerca di un "porto sicuro" – che potrebbe essere l'amore, l'autorealizzazione o la comprensione di sé – sono le chiavi per affrontare questo viaggio. Pur sembrando infinito, il viaggio può portare a una forma di saggezza e di crescita personale. Senza dubbio, ognuno di noi nella vita compie un viaggio, un viaggio alla ricerca della propria identità tra aspettative e insuccessi.
In Volevo essere un duro, Corsi scrive “volevo essere un duro Che non gli importa del futuro Un robot Un lottatore di sumo …Però non sono nessuno Non sono nato con la faccia da duro Ho anche paura del buio”. Il viaggio spesso ci costringe a nascondere chi siamo, a negare la nostra stessa identità per sopravvivere alle ingiustizie dell’esistenza, per essere accettati dagli altri, per conquistare un posto al sole nella vetrina dei reels e dei social, come Ulisse che alla brutalità del Ciclope, oppone la sua intelligente astuzia dicendo di chiamarsi Nessuno per non essere identificato. All'ennesimo tiro a vuoto del Gigante che voleva affondare la sua nave, ridendo, però gridò - «Se qualcuno ti chiederà chi ti ha accecato, rispondi che non fu “Nessuno", ma Ulisse d'Itaca!» -, rivelando così il suo vero nome e dimostrando che non si può fingere per sempre e che la nostra natura viene fuori.
Non è facile vivere in una società che pretende da noi standard altissimi di infallibilità e perfezione, dove falsi modelli diventano icone da seguire a tutti i costi anche a rischio di perdersi: “Stai attento alla luce” E che le lune senza buche Sono fregature Perché in fondo è inutile fuggire Dalle tue paure”.
È difficile sentirsi parte di una società dominata dall’apparenza, dalla forza, dalla violenza dove i diversi e i fragili sono destinati a cadere e soccombere: “Vivere la vita È un gioco da ragazzi Me lo diceva mamma ed io Cadevo giù dagli alberi Quanto è duro il mondo Per quelli normali Che hanno poco amore intorno”. Vivere la vita diventa possibile soltanto se accettiamo noi stessi per come siamo, nelle nostre fragilità e al contempo nella nostra unica e irrepetibile originalità di essere umani: “Vivere la vita è un gioco da ragazzi Io volevo essere un duro Però non sono nessuno Non sono altro che Lucio”.
Un viaggio alla scoperta dei propri affetti, un viaggio alla scoperta del delicato e a volte difficile rapporto padre-figli, sapientemente descritto da Brunori Sas, la paura di amare, di non essere all’altezza, di causare dolore all’altro, di non riuscire a proteggere gli altri dal dolore, l’ansia di perdere tutto in un istante: “Che tutto questo amore io non lo posso sostenere Perché conosco benissimo le dimensioni del mio cuore E posso navigare anche in assenza di stella polare…E a tutta questa felicità io non mi posso abituare. Perché conosco il sogno del faraone Le vacche grasse e le vacche magre. E che si può cadere da una distanza siderale”. La necessità di sicurezza, di avere tutto sotto controllo, di calcolare ogni mossa e pesare ogni decisione. “E come un ragioniere in bilico fra il dare e l’avere Faccio partite doppie persino col mio cuore ... Io come sempre canguro fra il passato e il futuro”.
Anche nel fallimento e nel disagio: “Sono cresciuto in una terra crudele dove la neve si mescola al miele E le persone buone portano in testa corone di spine /Ed ho imparato sin da bambino la differenza fra il sangue e il vino E che una vita si può spezzare per un pezzetto di carne o di pane”. È l'Amore a rivoluzionare la vita, a cambiare la prospettiva: “E tutta questa felicità forse la posso sostenere Perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore E posso navigare sotto una nuova stella polare”.
L’uomo ha bisogno di una stella polare, di punti di riferimento di senso alla propria esistenza, di coordinate umane per il proprio agire, nella consapevolezza che la sofferenza, la paura, il non sentirsi all’altezza sono esperienze emotive che fanno parte della vita. Se affrontate con la lente d’ingrandimento dell’Amore cambiano in positivo la nostra esistenza, consentendoci come diceva Dante Alighieri, di “uscir a riveder le stelle”, perché - “L'amor che muove il sole e le altre stelle” - è l’energia, il motore che spinge a realizzare anche l’impossibile. E se la stella fosse proprio la cometa che guidò i Magi alla grotta di Betlemme, dove si poteva contemplare l’Amore fatto carne e guardare nella carne di un piccolo di uomo l’Amore nella sua giustizia.
Si, perché l’Amore giusto è proprio quello che il Crocifisso offre per la redenzione del mondo: una relazione di cura, un legame di affetto e di bene per il quale si è disposti a morire; empatia e immedesimazione nel dolore dei più fragili; il diventare un “buon samaritano per la vita di qualcuno lasciato mezzo morto per strada”; sentire la miseria del migrante come se un barcone in mezzo al mare ci fosse il proprio figlio, commuovendosi fino al pianto e fare di tutto perché la barca arrivi in un porto sicuro.
La Pop-Theology ci invita a riscoprire l’importanza della prossimità, della cura reciproca, della capacità di riconoscere l’altro nella sua unicità e bellezza.
Con Ermal Meta che ha ripresentato Vietato morire: “cambia le tue stelle se ci provi ci riuscirai. E ricorda che l’amore non colpisce in faccia mai. ricorda figlio mio all’uomo che diventerai che non sarà mai più grande dell’amore che dai… ricorda che l’amore non violenza”. Più volte ho ricordato – richiamando l’amore mostrato da Gesù- che l’amore non è uno spettacolo, ma un cammino; non è una performance da giudicare, ma un dono reciproco che richiede fedeltà, pazienza e capacità di perdonare. La logica dell’attimo, con la sua ossessione per la novità e la velocità, ha ridotto la capacità umana di vivere la profondità delle relazioni. L’eternità, invece, si nasconde proprio nel momento presente, in quel «qui e ora» che, se vissuto con intensità e autenticità, può aprire la strada a legami che resistono nel tempo. Allora come trovare solidità nella nostra vita?
“Benedetto l’uomo che confida nel Signore: è come un albero piantato lungo un ruscello, verso la corrente stende le sue radici…, le sue foglie rimangono verdi…, non cessa di produrre frutti”. (Geremia 17,7-8). Bisogna aggrapparsi all'albero della nostra identità di figli di Dio. Per i cristiani, occorre seguire l’umanità bella e buona di Gesù e il suo comandamento dell’amore: “amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”, per trovare l’amore giusto e viverne tutta la gioia e la felicità di sentirsi liberi di amare con “anima e core”.
Ancora Brunori: “Sono cresciute veloci le foglie sull’albero delle noci”, e viene alla memoria l'albero del Nespolo al centro del cortile della casa dei Verga, simbolo della forza, dell’unità e della stabilità della famiglia stessa e della possibilità di futuro. La chiave di lettura per passare alla pienezza del vivere consiste nel desiderio di scrivere versi intrisi di amore anche quando poeti nella notte della vita non riusciamo a trovare la rima. Così, Brunori: “Scrivo canzoni d'amore alla ricerca di un porto sicuro”. E il porto sicuro è l’Amore incondizionato per la figlia che può diventare il modello per l’amore dovuto a tutti, specialmente alle persone più fragili, bisognose di cuore.