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Chi le scrive non è una fervente cattolica, ma una mamma che cerca comunque di trasferire sani principi al proprio figlio tredicenne e che deve giustificare le richieste “stravaganti” del parroco! Mi spiego: oggi mio figlio, al ritorno dal catechismo, mi riferisce che da domenica prossima lui e i compagni cresimandi dovranno passare in canonica al termine della Messa della domenica e firmare un foglio di presenza; se ammalati dovranno essere “giustificati” dai genitori. Non le dico quanta delusione ha provocato tutto ciò nel ragazzo! Quello che era un appuntamento della domenica è diventato una sorta di imposizione, una gara a chi accumula più punti. Ha un valore cristiano tutto questo? Perché se esiste io non l’ho ancora trovato!
LETTERA FIRMATA
Cara amica, suppongo che il parroco voglia solo far capire l’importanza di partecipare alla Messa domenicale a chi si prepara alla Cresima. Non si tratta, infatti, di un qualsiasi corso preparatorio per conseguire un diploma (la Cresima, in questo caso), ma di un percorso per comprendere meglio il dono dello Spirito Santo che si riceve nel sacramento. Un dono che non può non manifestarsi nella vita quotidiana, con scelte secondo il Vangelo, e non può non alimentarsi alla sorgente della grazia, all’Eucaristia. In breve, andare a catechismo e non partecipare alla Messa sarebbe un controsenso. Questa, credo, è l’intenzione del parroco. Il metodo, in questo ti do ragione, rischia di ottenere l’effetto contrario. Fa sembrare, cioè, la Messa un obbligo, non un dono di grazia, un incontro in cui tutta la comunità si riunisce per lodare il Signore. Forse potresti spiegare a tuo figlio, magari dandogli anche l’esempio, la bellezza e la gioia di vivere insieme l’Eucaristia domenicale, dicendogli che la firma è solo un pro-forma per chi, diversamente da lui, a Messa non ci andrebbe mai.



