Vedo che a Messa vi sono persone che stanno in ginocchio e altre in piedi. Non vi è una norma uguale per tutti?
Dal XIII secolo, cioè da quando fu inserito nella Messa il rito dell’ostensione del pane e del vino consacrati (cioè l’elevazione) i fedeli, che abitualmente stavano in piedi, presero la consuetudine di mettersi in ginocchio per un breve momento di adorazione. Con l’avvento del banchi (XVII secolo) i fedeli, che “assistevano” alla Messa in latino recitando preghiere privatamente, finirono per restare in ginocchio quasi per tutto il tempo, ciascuno secondo la propria sensibilità.
Con la riforma liturgica del Vaticano II è stato restituito all’assemblea il suo ruolo di soggetto celebrante che si manifesta nell’unità dei gesti e delle voci. L’attuale norma prevede, con una certa libertà, che i fedeli «s’inginocchino alla consacrazione, a meno che lo impedisca lo stato di salute, la struttura del luogo o il gran numero di presenti o altri ragionevoli motivi. Quelli che non si inginocchiano alla consacrazione, facciano un profondo inchino mentre il sacerdote si genuflette dopo la consacrazione». Dove c’è la consuetudine (quindi non si tratta di instaurarla) si può stare in ginocchio dall’acclamazione del Santo fino alla conclusione della preghiera eucaristica.
La Messa non è il luogo della devozione privata, ma il luogo per manifestare chiaramente, con l’uniformità dei gesti, la comunione ecclesiale.
Giorgio P. - e-mail
Dal XIII secolo, cioè da quando fu inserito nella Messa il rito dell’ostensione del pane e del vino consacrati (cioè l’elevazione) i fedeli, che abitualmente stavano in piedi, presero la consuetudine di mettersi in ginocchio per un breve momento di adorazione. Con l’avvento del banchi (XVII secolo) i fedeli, che “assistevano” alla Messa in latino recitando preghiere privatamente, finirono per restare in ginocchio quasi per tutto il tempo, ciascuno secondo la propria sensibilità.
Con la riforma liturgica del Vaticano II è stato restituito all’assemblea il suo ruolo di soggetto celebrante che si manifesta nell’unità dei gesti e delle voci. L’attuale norma prevede, con una certa libertà, che i fedeli «s’inginocchino alla consacrazione, a meno che lo impedisca lo stato di salute, la struttura del luogo o il gran numero di presenti o altri ragionevoli motivi. Quelli che non si inginocchiano alla consacrazione, facciano un profondo inchino mentre il sacerdote si genuflette dopo la consacrazione». Dove c’è la consuetudine (quindi non si tratta di instaurarla) si può stare in ginocchio dall’acclamazione del Santo fino alla conclusione della preghiera eucaristica.
La Messa non è il luogo della devozione privata, ma il luogo per manifestare chiaramente, con l’uniformità dei gesti, la comunione ecclesiale.


