In alcune chiese alla consacrazione si suona il campanello; in altre no. Vi è una norma od ognuno fa come vuole?

Antonio - Catanzaro

L’uso del campanello fu introdotto nella Messa nel XIII secolo per segnalare ai presenti il momento dell’ostensione del pane e del vino dopo la consacrazione. Infatti, con la Messa in latino era difficile per i fedeli seguirne i vari momenti. Tant’è che nel corso dei secoli si estese l’uso del campanello anche al Santo (inizio del canone romano), all’epiclesi, alla triplice invocazione «Signore, non sono degno...» prima della Comunione del sacerdote per segnalare la Comunione anche per i fedeli. Con il ripristino della lingua parlata e la conseguente partecipazione attiva, il campanello non ha più un’effettiva utilità se non in situazioni particolari, come le grandi assemblee, dove, purtroppo, la distrazione è facile. Per questo oggi le norme lasciano opportunamente l’uso del campanello all’intelligente discrezione di chi è responsabile delle celebrazioni (Messale Romano n. 150). Un uso del campanello semplicemente formale rischia di insinuare la convinzione che le altri parti della Messa non meritino molta attenzione.