Credenti aggrappati all’abisso. Tra le tante possibili chiavi di lettura che aiutano a capire il cardinale Carlo Maria Martini (1927-2012), forse la più attuale è quella che rimanda alla Cattedra dei non credenti che il biblista gesuita volle da arcivescovo di Milano: dodici edizioni, dal 1987 al 2022, persone assetate d’assoluto anche se radicate in terreni (apparentemente) non arati dal Vangelo; mondi diversi capaci però d’ascoltarsi, rispettarsi e dialogare. «Io ritengo», disse Martini aprendo il primo incontro, «che ciascuno di noi abbia in sé un non credente e un credente, che si parlano dentro, s’interrogano a vicenda».

Presentando la versione integrale di tutta l’iniziativa, papa Francesco ha rilanciato: «Vita, opere e parole del cardinale hanno infuso speranza e sostenuto molte persone nel loro cammino di ricerca. Uomini e donne di fedi diverse, non solo in ambito cristiano, hanno trovato e continuano a trovare incoraggiamento e luce nelle sue riflessioni».

Di quello parliamo nelle 16 pagine del dossier che Famiglia Cristiana pubblica a dieci anni dalla morte di Martini (31 agosto 2012), aiutati da sua sorella Maris, da autorevoli testimoni e compagni di viaggio (Ferruccio De Bortoli, Marco Garzonio, don Virginio Colmegna), dal suo confratello gesuita, padre Georg Sporschill e dal teologo don Armando Matteo.