«Lo ricordiamo con il suo sorriso, il suo entusiasmo, la passione per la missione e la dedizione per i suoi ragazzi». All’indomani del ritrovamento di padre Flavio Paoli, precipitato in un dirupo della Val di Non lo scorso 11 agosto e ritrovato ieri pomeriggio, padre Dario Dall’Era, superiore della provincia italiana dei religiosi Figli di Maria Immacolata, conosciuti come Pavoniani (o Artigianelli) ci restituisce un ritratto vivissimo del suo confratello «che ha vissuto la sua vita missionaria in tanti posto pericolosi come l’Eritrea e il Burkina Faso e che ha trovato la morte alle porte di casa».

Sessantotto anni, padre Flavio era infatti tornato per una vacanza negli amati luoghi natali, tra le valli e le montagne di Nanno, in Trentino Alto Adige, dove continuava a sentirsi parte di quella comunità che lo ha cercato disperatamente nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa. «Migliaia di persone si sono mobilitate e sono state vicine alla famiglia. Tanta gente gli voleva bene. E questo sia nei luoghi di origine che in quelli di missione, da cui continuiamo a ricevere messaggi di cordoglio e di affetto», dice padre Dall’Era.

Era molto benvoluto, padre Flavio, ovunque abbia vissuto. Ispirato da uno zio missionario che era andato a trovare in America Latina, aveva sempre concepito il carisma pavoniano - incentrato sulla "passione educativa" del loro fondatore, padre Lodovico Pavoni - al servizio degli ultimi e dei più piccoli, in terra di missione. La sua prima destinazione è stata l’Eritrea, un Paese poverissimo e segnato da un regime dispotico molto duro. Lì, per 17 anni, si era preso cura specialmente dei bambini di strada, ma era stato espulso nel 2010 insieme a molti missionari e religiosi stranieri. «Ancora oggi molti si ricordano di lui - testimonia padre Dall’Era -. E anche in questi giorni continuiamo a ricevere attestati di stima e riconoscenza».

Dall’Eritrea al Burkina Faso, padre Flavio aveva vissuto gli anni difficili dei continui colpi di Stato militari e dell’aggravarsi del fenomeno jihadista, con ripetuti rapimenti di stranieri (anche italiani). «A Saaba, vicino alla capitale Ouagadougou, dove le condizioni di sicurezza sono abbastanza buone - racconta padre Dario - aveva creato una scuola che metteva insieme bambini normodotati e non udenti. Un’esperienza coraggiosa e bellissima di inclusione e integrazione. Tutti i bambini hanno imparato non solo a usare il linguaggio dei segni, ma giocando e studiando insieme hanno superato molti pregiudizi. Questo ha aiutato anche le comunità locali a guardare e a trattare in modo diverso i bambini con disabilità che spesso venivano esclusi dal sistema educativo e marginalizzati».

Negli scorsi mesi era stato chiamato ad avviare una nuova presenza a Enugu, nel sud-est della Nigeria: «Quando abbiamo deciso di aprire questa missione, ho pensato immediatamente a padre Flavio per il suo entusiasmo e la sua capacità di adattamento - dice il provinciale -. Devo dire che non è stato facile per lui inserirsi in una realtà così diversa da quella del Burkina Faso, ma aveva accettato di rimettersi in gioco. Purtroppo non potremo più contare sulla sua presenza. Siamo però confortati dal fatto che sia stato ritrovato il corpo e che possa avere un funerale e una sepoltura. E in questi giorni ci stringiamo a tutta la sua famiglia».

Le esequie di padre Flavio Paoli verranno celebrate giovedì 2 ottobre alle ore 15 nella parrocchia di Nanno.