Il teologo Frosini scrive che Dio soffre per la sua creatura. In realtà non è vero, perché Dio, eterna vita e felicità infinita, non soffre e non può soffrire.
Valerio T. - Ancona
Sulla sofferenza di Dio esiste oggi una diffusissima letteratura. I molti autori che ne ammettono la possibilità si rifanno ai numerosi testi della Bibbia che della sofferenza di Dio parlano chiaramente e disinvoltamente. La concezione della divinità ereditata dalla filosofia greca imponeva alla vecchia riflessione di interpretare questi testi metaforicamente, come se si trattasse di antropomorfismi da evitare accuratamente perché Dio, vivente nella sua eternità felice, come lei ripete nella sua domanda, «non soffre e non può soffrire». La teologia sta da tempo ripensando a questa soluzione e ha cercato di andare oltre, come ha fatto anche Benedetto XVI nella sua enciclica Spe salvi, che afferma testualmente: «La fede cristiana ci ha mostrato... che Dio – la Verità e l’Amore in persona – ha voluto soffrire per noi e con noi» (n. 39). Il testo va preso per intero: la sofferenza divina non proviene dalla mancanza di qualcosa come succede in noi, ma da una scelta libera di amore e di condivisione, che rende certamente più umano e più attuale il Dio di Gesù Cristo


