La due giorni di papa Francesco a Torino è stata anche l’occasione per ritrovare le sue origini piemontesi: più volte negli incontri pubblici ha sottolineato di essere «nipote di questa terra». Momento commovente, nella mattinata di domenica 21 giugno, la sosta davanti al battistero della chiesa dei Padri carmelitani di Santa Teresa, dove fu battezzato suo padre Mario. E poi l’incontro privato con una trentina di parenti torinesi e astigiani, lunedì 22, dopo la storica visita nel tempio valdese. Oltre tre ore dedicate alla famiglia: prima la Messa nella chiesa dell’arcivescovado, con monsignor Cesare Nosiglia e il cardinale Severino Poletto, poi il pranzo.

«Ha organizzato tutto lui: ai parenti astigiani di Portacomaro ha chiesto solo di portare il vino, il suo preferito, il Grignolino», dice Carla Bracchino, 83 anni, torinese, cugina di «Giorgio» in quanto figlia di Ines Bergoglio, a sua volta  cugina prima del papà del Papa. «Ci ha detto, scherzando, che voleva ricambiare la nostra ospitalità: dal 1970, per 40 anni quando veniva a Torino, non ha mai mancato di fermarsi a casa nostra. E questa volta siamo andati noi da lui». La signora Carla dice che «Giorgio» («per me, anche se è il Papa, è rimasto mio cugino e continuo a chiamarlo così»), per non fare torto a nessuno dei parenti ha voluto che a tavola ci si disponesse per anzianità e grado di parentela.

«Io sono la più anziana – prosegue la cugina – Giorgio mi ha detto “tu sei la prima della fila” e così mi sono seduta vicino a lui. È stato un momento di famiglia dove Francesco ci è sembrato veramente disteso, ha scherzato, riso di gusto come capita quando ci incontriamo: con noi più anziani abbiamo ricordato i tempi antichi, le barzellette in piemontese che a lui piacciono tanto. Alla fine gli ho detto: “Giorgio, volevo dirti tante cose ma non sono riuscita”. E lui: “Ma se non sei mai stata zitta!”». Dopo la foto ricordo, il saluto e l’abbraccio uno per uno di tutti i famigliari e la promessa di rivedersi. «Certo a Torino sarà difficile che torni a breve – sorride la signora Bracchino – ma ci siamo detti che andremo a trovarlo noi in Vaticano. “Avvisatemi solo sei mesi prima”, ci ha detto il Papa, “in modo da farmi trovare”».