Alla fine di una Messa festiva il parroco ha benedetto (con testi del Benedizionale) gli anelli e una coppia che iniziava una convivenza. È previsto pastoralmente questo atto?

Domenico D.

La benedizione è definita un «sacramentale » (cfr. canoni 1166-1172 del Codice di diritto canonico). Come i sacramenti, i sacramentali sono segni della fede orante, ma differiscono dai primi per l’origine, il fine e il modo di agire. Essi sostengono la vita spirituale del fedele ma non comunicano la grazia santificante; la loro efficacia dipende dalle disposizioni di colui che li riceve e non dalla valida amministrazione.

La benedizione in questione, che riguarda una coppia che inizia una convivenza (more uxorio) senza il sacramento del Matrimonio, non è prevista da nessun rituale liturgico e non può essere in nessun modo giustificata. La benedizione del Signore accompagna ogni persona in ogni momento, ma un simile gesto, per il valore pubblico che ha, può creare un grave disorientamento tra i fedeli, in relazione al valore del matrimonio e del matrimonio cristiano in particolare.

Inoltre, potrebbe ingenerare negli interessati la sensazione di aver ricevuto una sorta di ratifica ecclesiale di una decisione che non è in sintonia con la considerazione che la Chiesa attribuisce alla scelta libera e coraggiosa del matrimonio, quale condizione per iniziare una vita insieme.