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La mimosa ed un messaggio di speranza. L’ha consegnata, questa mattina, il vescovo di Cassano allo Ionio, in Calabria, monsignor Francesco Savino, alle detenute, in occasione della Giornata Internazionale della Donna. Il presule questa mattina, infatti, insieme al Vicario per la carità della diocesi, don Mario Marino, al cappellano del carcere don Francesco Faillace e ad alcuni operatori della Caritas diocesana, si è recato nella Casa Circondariale di Castrovillari “Rosetta Sisca” dove, in ottemperanza delle norme emanate per contenere l’emergenza epidemiologica da Covd-19, ha incontrato le detenute e si è fermato con loro per pregare, perché «il Vangelo è buona notizia, notizia di riscatto e di speranza, per tutti. E Cristo offre sempre parole di speranza alle donne». Una visita – fa sapere la diocesi - che ha voluto significare «vicinanza» e «affetto» nei confronti di quelle donne che «vivono la reclusione con dignità e desiderio di riscatto».
Per monsignor Savino «nessuno può rimanere marchiato a vita da una colpa, ognuno dovrebbe lavorare con cura alla ricostruzione del sé per liberarsi dalla schiavitù di certe etichette che non rendono liberi», ha detto il presule augurandosi di «rincontrare gli occhi di queste donne al di fuori di quelle mura con gli occhi della testimonianza della verità». Due anni fa, nella stessa giornata, il vescovo scriveva in un messaggio consegnato alle detenute: “A te donna, prigioniera del male che ti colse da colpevole o vittima, ridotta a giorni da scontare in detenzione, un rametto di mimosa con il profumo della primavera ti rechi l’annuncio del riscatto pagato per te e tutti da Gesù, il Signore, trafitto sulla croce”. “Ogni colpa è redenta – proseguiva il messaggio -, la libertà restituita e garantita. Anche tu, figlia dell’unico Padre, sei beata!”. Significativo l’impegno del vescovo Savino contro ogni forma di illegalità. Tanti i messaggi in questo senso nei sei anni di presenza in questa terra da dove papa Francesco, il 21 giugno 2014, dalla Piana di Sibari, lanciò il forte monito contro la cultura mafiosa: «Quando non si adora Dio si diventa adoratori del male. La 'ndrangheta è adorazione del male. E il male – sottolineava il Papa - va combattuto, bisogna dirgli di no. La Chiesa deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. I mafiosi sono scomunicati, non sono in comunione con Dio». E poi l’invito a «combattere questo male», ad allontanarlo e a «dirgli di no».
E per questa terra, «come pastore di questa Chiesa», ha detto monsignor Savino qualche giorno fa in occasione della festa del Crocifisso, patrono della città di Cassano allo Ionio, è arrivata l’ora del «coraggio e della libertà»: «Usciamo da ogni forma di collaborazione e di contiguità con chi si serve del nostro territorio invece di mettersi al suo servizio. Mai più omertà e silenzio colpevole nei confronti di ogni organizzazione malavitosa. Mai più imprese, cooperative ed esercizi commerciali strozzati dalla corruzione e dall’illegalità. Qui a Cassano, come altrove, dobbiamo essere comunità, un movimento di popolo che sappia arginare ogni logica gruppettaria che oscura la positività. Seminiamo insieme germi di liberazione che un domani non lontano, possano fiorire e fruttificare perché i figli di questa terra non vivano assoggettazioni vessatorie e oppressive. Il Crocifisso – ha concluso - con il suo amore infinito e con la sua grazia, sostenga il nostro cammino verso la Resurrezione».



