«Malgrado il lodevole tentativo di ridurre, attraverso la codificazione del diritto umanitario, le conseguenze negative delle ostilità sulla popolazione civile, troppo spesso giungono, da diversi teatri di guerra, testimonianze di crimini atroci, di veri e propri oltraggi alle persone e alla loro dignità, commessi in spregio di ogni considerazione elementare di umanità. Immagini di persone senza vita, di corpi mutilati o decapitati, di nostri fratelli e sorelle torturati, crocifissi, offesi finanche nelle loro spoglie, interpellano la coscienza dell’umanità».  Papa Francesco riceve in udienza i partecipanti alla Conferenza internazionale di Diritto Internazionale Umanitario, che si è tenuta a Roma presso la Scuola Ufficiali Carabinieri, con il patrocinio del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e del Ministero della Difesa. Bergoglio ricorda le persone, ma ricorda anche le «antiche città, con i loro millenari tesori culturali, ridotte a cumuli di macerie», gli «ospedali e le scuole fatti oggetti di attacchi deliberati e distrutti, privando così intere generazioni del loro diritto alla vita, alla salute e all’educazione». Parla delle «chiese e altri luoghi di culto oggetto di aggressioni mirate, spesso proprio durante le celebrazioni liturgiche, con numerose vittime tra i fedeli e i ministri riuniti in preghiera, in violazione del diritto fondamentale alla libertà di religione».

Un quadro desolante, che però, sottolinea il Papa, non deve far dimenticare la generosità di quanti si muovono nei teatri di guerra per portare soccorso alle popolazioni. «Ci sono tante persone», dice papa Francesco, «tanti gruppi caritativi e organizzazioni non governative, all’interno della Chiesa e fuori di essa, i cui membri affrontano fatiche e pericoli per curare i feriti e gli ammalati, per seppellire i defunti,  per portare da mangiare agli affamati e da bere agli assetati, per visitare i detenuti. Davvero il soccorso alle popolazioni vittime dei conflitti assomma diverse opere di misericordia, sulle quali saremo giudicati al termine della vita».

E, in particolare ai tanti carabinieri e militari presenti all’udienza, «a tutti coloro – e tra questi siete non pochi di voi – che hanno messo in pericolo la propria vita per salvarne un’altra o per lenire le sofferenze delle popolazioni colpite da conflitti armati» Bergoglio ricorda le parole di Gesù citate nel Vangelo di Marco: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».

Nei due giorni di lavoro, che si sono aperti venerdì nella sede della scuola ufficiali dell’Arma, i partecipanti all’incontro inaugurato dal generale Tullio Del Sette, si sono confrontati proprio su come tutelare la popolazione civile durante i conflitti. «Mai come oggi la popolazione ha bisogno di tutela durante i conflitti armati perché mai come oggi la popolazione civile è al centro degli stessi conflitti», ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Dal canto suo il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha sottolineato «il primato dell'Italia, uno di quei Paesi che è riuscito ad essere solidale e sicuro allo stesso tempo. Abbiamo forze dell'ordine e intelligence che funzionano molto bene, lavoriamo per rafforzare la cooperazione con gli altri Paesi e accrescere il rapporto di fiducia per lo scambio di informazioni».

A tema anche il pericolo del ritorno dei foreign fighters sul quale c’è «una vigilanza molto alta». «Il rientro dei foreign fighters», ha spiegato il generale Del Sette, «è sotto la nostra attenzione in maniera prioritaria: il disfacimento dell'Isis sul piano territoriale può infatti comportare l'allontanamento dei combattenti verso l'Italia o i Paesi vicini. Noi controlliamo attentamente, siamo a conoscenza di ogni eventuale ingresso e sotto questo profilo possiamo dire di essere abbastanza tranquilli, fermo restando che abbiamo visto attentati realizzati in modo casuale e quindi siamo tutti esposti». In ogni caso, il Comitato di analisi strategica antiterrorismo si riunisce ogni settimana «per pianificare l'attività preventiva e sul controllo del territorio, con la costituzione anche dei reparti speciali formati da personale selezionato e specializzato».