«Il Popolo ucraino già La considera il papa della pace. La scorsa domenica abbiamo ascoltato le Sue parole su come il dolore del Popolo ucraino sia nel Suo cuore. Il Suo appello per una pace autentica, giusta e duratura è particolarmente attuale in questo momento, mentre la Sua attenzione per i prigionieri di guerra e i bambini deportati manifesta la Sua premura paterna alla vittime primarie della guerra in Ucraina». Sono le parole espresse a papa Leone XIV da Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, nel suio incontro con il Pontefice avvenuto il 15 maggio nellaa Biblioteca del Palazzo apostolico.

Il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina ha condiviso con il Santo Padre quanto i suoi appelli per porre fine alla guerra siano estremamente importanti per il Popolo ucraino. «Sono un vero balsamo spirituale per l’anima ferita del Popolo ucraino, che mantengono presente il nostro popolo nella memoria della comunità internazionale e ci restituiscono un nome, che cercano di toglierci, negando il nostro diritto all’esistenza». Raccontando il ministero pastorale della Chiesa greco-cattolica ucraina in tempo di guerra, Sua Beatitudine Sviatoslav ha sottolineato come «il nostro compito fondamentale è stare accanto al nostro popolo e annunciare il Vangelo della speranza».

Schevchuk ha invitato il Papa a compiere una visita apostolica in Ucraina. «Quando venne a trovarci il Santo Papa Giovanni Paolo II, gli ucraini credettero che il comunismo non sarebbe tornato mai più sulla nostra terra. Oggi crediamo che la visita del Papa potrà contribuire a fermare la guerra in Ucraina». «È chiaro che, i tempi e l’occasione li deciderà il Signore, tuttavia ritengo un mio dovere trasmetterLe l’invito di milioni di ucraini, che La stanno aspettando».

«Io sono con il Popolo ucraino. La Santa Sede continua e continuerà a sostenere ogni iniziativa e creare le condizioni necessari per il dialogo e accompagnerà il Popolo ucraino in questo terribile tempo della storia», ha affermato papa Leone XIV. Shevchuk ha coconsegnato al Papa la lista dei prigionieri di guerra e gli ha raccontato della collaborazione con papa Francesco per la loro liberazione, chiedendogli di continuare quest'opera: «Ogni volta che visito le nostre parrocchie e eparchie in diverse regioni dell’Ucraina, incontro le famiglie dei prigionieri di guerra e dei dispersi, che mi consegnano i nomi dei loro cari, chiedendomi di portarli personalmente al Papa». E ha aggiunto: «Abbiamo testimonianze secondo cui, quando la parte russa riceve tali liste dal Vaticano, il trattamento verso tali prigionieri migliora».

Il Primate della Chiesa greco-cattolica ucraina ha donato al Papa un quadro simbolico che rappresenta il dolore del Popolo ucraino. L’autore del quadro è l’artista Bohdan Pylypiv, padre del soldato ucraino caduto Andriy. «Il quadro si intitola “Requiem”. L’embrione avvolto nella molla di un orologio rappresenta i bambini mai nati a causa della guerra. Il meccanismo dell’orologio segna istanti infiniti della perdita, fiumi di sangue che portano via ciò che è di più prezioso - la vita umana. La lancetta a forma di un gladio romano - è simbolo del tempo di guerra, un tempo oscuro che incombe sull’Ucraina e sul mondo», ha spiegato Schevchuk. Il 28 giugno i pellegrini ucraini saranno a Roma in occasione del Giubileo della Chiesa greco-cattolica ucraina. Il pellegrinaggio sarà accompagnato dai vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina provenienti da tutto il mondo.

(Foto dell'incontro tratta dal sito della Chiesa greco-cattiolica ucraina)