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Per i milioni di utenti che usano Google per fare le loro ricerche oggi c'è una bella sorpresa: accanto allo spazio dove inserire le parole, troverete l'immagine di una donna con dei libri e una penna. Chi è? Hannah Arendt, grande filosofa tedesca di origini ebraiche, allieva di Martin Heidegger, che "festeggia" oggi 14 ottobre il suo compleanno (era nata nel 1906 e morì nel 1975).
Hannah Arendt merita di essere ricordata per varie ragioni. Se ogni tanto sentite parlare di "banalità del male", sappiate che è un concetto da lei elaborato. L'occasione in cui lo fece è altrettanto celebre: assistette come giornalista, lei ebrea costretta a fuggire dalla persecuzione nazista, al processo a una delle grandi menti naziste, Eichmann. Da lì nacque l'intuizione che la possibilità del male è radicata in chiunque di noi, se non lo sappiamo combattere con una vigilanza sulla tenuta morale, se mettiamo a tacere la coscienza, se non restiamo vigili. Il male si fa strada indisturbato e genera mostruosità, come fu il nazismo.
Oltre alla banalità del male, altre idee della Arendt sono da riscoprire per affrontare le sfide del mondo contemporaneo. Pensiamo ad esempio alla sua teoria del pluralismo, unica condizione nella quale ogni uomo è davvero uguale agli altri e libero di esprimere le proprie potenzialità. Di grande attualità è anche la sua insistenza sul concetto di inclusione, da intendersi come categoria mentale con cui aprirsi a ciò che è diverso da noi (immigrazione, religione, pelle...).
Per familiarizzare con questa saggia del '900, oltre che leggere i suoi libri, si può vedere il convincente ritratto che ne fatto Margarethe von Trotta di recente nel film Hannah Arendt.
Auguri, cara Hannah!
Hannah Arendt merita di essere ricordata per varie ragioni. Se ogni tanto sentite parlare di "banalità del male", sappiate che è un concetto da lei elaborato. L'occasione in cui lo fece è altrettanto celebre: assistette come giornalista, lei ebrea costretta a fuggire dalla persecuzione nazista, al processo a una delle grandi menti naziste, Eichmann. Da lì nacque l'intuizione che la possibilità del male è radicata in chiunque di noi, se non lo sappiamo combattere con una vigilanza sulla tenuta morale, se mettiamo a tacere la coscienza, se non restiamo vigili. Il male si fa strada indisturbato e genera mostruosità, come fu il nazismo.
Oltre alla banalità del male, altre idee della Arendt sono da riscoprire per affrontare le sfide del mondo contemporaneo. Pensiamo ad esempio alla sua teoria del pluralismo, unica condizione nella quale ogni uomo è davvero uguale agli altri e libero di esprimere le proprie potenzialità. Di grande attualità è anche la sua insistenza sul concetto di inclusione, da intendersi come categoria mentale con cui aprirsi a ciò che è diverso da noi (immigrazione, religione, pelle...).
Per familiarizzare con questa saggia del '900, oltre che leggere i suoi libri, si può vedere il convincente ritratto che ne fatto Margarethe von Trotta di recente nel film Hannah Arendt.
Auguri, cara Hannah!



