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Come è stato per Raoul Bova inserirsi nella famiglia di “Don Matteo”, già affiatata da tempo? “È stato facilissimo perché mi hanno accolto a braccia aperte. Sono stato accolto da tanto affetto e tanta professionalità”, ha raccontato l’attore. “Quello che c’è sul set di Don Matteo è l’amore per quello che si fa con grande passione. C’è un grande impegno e grande rispetto per il lavoro di tutti, dal primo all’ultimo”.
“Fare un lavoro come questo richiede grande fatica. Sono 9/12 mesi in cui ti svegli tutte le mattine alle 5:30 e rimani sul set per dodici ore”, ha detto Bernabei. “Ci vuole grande professionalità a scriverlo e a girarlo. La troupe di Don Matteo è una delle migliori d’Italia. Sono gruppi di persone selezionate”.
Qual è il rapporto che Raoul Bova ha con la fede? “La fede per me è una ricerca, da quando ero bambino. Non è detto che sia lineare e sempre al massimo, proprio perché la cerco ogni giorno. Credo tanto all’energia, alla forza che dona la fede”, ha raccontato l’attore. “Anche il fatto di essere arrivato a questo progetto, il fatto di avere qualcosa in cui credere mi dà la forza di andare avanti. Anche in questo ci siamo incontrati con Luca Bernabei, un segno che ci è arrivato dal cielo incontrandoci”.
L’amministratore delegato della Lux Vide ha confermato: “Quello di Don Massimo è un ruolo che non avrei offerto a Raoul Bova se non avessi capito e visto che è in cammino e che si sta facendo tante domande sulla vita. È stato facile lavorare con Raoul Bova perché è un professionista molto serio, poi lo voleva fare. Quando ho chiesto a Raoul di fare Don Matteo lo stavo accompagnando da Maria De Filippi, era una giornata piovosissima. Parlavamo della vita e gli ho chiesto se avrebbe mai interpretato un prete e gli ho chiesto di pensare al fatto di fare Don Matteo. Così mi ha detto di sì”.
Perché Raoul Bova ha scelto di interpretare questo ruolo? “Un parroco oggi è importante nella nostra società. La cosa più difficile è stare vicino alla gente, ai giovani di oggi che stanno nelle nostre città”, ha detto l’attore. “Molti giovani oggi sono persi. Cercare di ridare una figura a cui appoggiarsi è molto bello”.
DON MASSIMO E DON MATTEO: LE DIFFERENZE TRA DUE "PRETI TV"
Quali sono le differenze tra Don Massimo e Don Matteo? “Sono diversi nel rapporto con la fede e con loro stessi. Don Matteo era più compiuto, aveva tante risposte, aveva fatto un percorso spirituale già avanzato”, ha raccontato Raoul Bova. “Don Massimo, invece, è all’inizio del suo essere prete. Ha tante domande e ancora tante risposte non se le è date. Durante le puntate avrà la possibilità di capire cosa siano il perdono, la redenzione. Si confronterà e avrà delle difficoltà da accettare. Un’altra differenza tra i due è che di Don Matteo non si conosceva il passato, mentre Don Massimo racconta la sua provenienza: un uomo che ha vissuto un’altra vita e storie che piano piano sveleremo”.
Quale sarà il mezzo di locomozione di Don Massimo? “Sarà diverso da quello di Don Matteo, non è una bicicletta”, ha detto Bova. “È una moto assemblata con pezzi recuperati con il tempo e messa insieme. Non è una moto molto moderna, è consumata perché è vissuta”.



