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La vita di Gaetano Donizetti sembra il soggetto di un romanzo ottocentesco: nacque nel 1797 in povertà in un quartiere di Bergamo Alta dove non compariva mai il sole, fu sostenuto da mani caritatevoli negli studi, tormentato da lutti (la morte dei figli e della moglie), assillato dal desiderio spesso frustrato di affermazione (a Parigi, allora capitale della musica). Ma fu anche baciato dal successo e della fama nei grandi teatri di Milano, Napoli, della stessa capitale francese e in quella Vienna che più di ogni altra città lo apprezzò. Nell’ultimo periodo della sua vita, malato, abbandonato, non cosciente, venne riportato da Parigi nella sua Bergamo, accolto ed accudito fino al giorno della sua morte nel 1848. Per tre settimane la città si stringe in un vero e proprio abbraccio al suo Gaetano. Il Donizetti Opera 2025, dal 14 al 30 novembre, non è infatti solo il tributo che la Città dedica da tempo al suo grande figlio: è anche un’occasione affinché adulti, bambini, appassionati e giovani si riapproprino dell’eredità di un uomo che è uno dei protagonisti della storia cittadina e della stagione del Belcanto, universalmente ammirata. Ed è un tributo col quale il grande Gaetano ripaga l’amore tardivo che gli dimostra la città: perché, come tutti i grandi festival, l’investimento per la sua realizzazione genera un indotto per presenze (anche straniere), partecipazione, visibilità molto superiore in termini di ritorno economico, dimostrando che Arte e Cultura sono motori per la crescita e per l’economia. Da quest’anno Riccardo Rizza, già direttore musicale, è stato nominato anche direttore artistico, al posto del regista Francesco Micheli che quest’anno ha allestito la Caterina Cornaro, titolo inaugurale presentato per la prima volta dal 1848 nella sua versione originale. Le basi portanti della ricca programmazione (www.donizettiopera.org) sono rimaste invariate: spazio alla riscoperta di alcune opere accanto a capolavori celebrati (sempre in edizione critica) e tante bellissime attività per la città e per i suoi cittadini che vengono raccolte sotto la sigla Donizetti OFF: incontri per gli adulti e per bambini con le proprie famiglie, visite guidate sulla Caterina Cornaro experience presso il Teatro Donizetti, visite all’Accademia Carrara, al Museo Donizettiano. E ancora: prove aperte, Brunch Opera Stories (concerto della domenica seguito dal brunch) e merende per i più piccoli nella Casa Natale, oggi diventata elegante museo. I quattro titoli scelti per l’edizione in corso sono la citata Caterina Cornaro, seguita (sempre con repliche nei week end) dal dittico comico Il campanello e Deux hommes et une femmes nell’incantevole Teatro Sociale di Bergamo Alta, e da Il furioso nell’isola di Santo Domingo. E se le opere scomparse e riproposte saranno saranno meritevoli di comparire anche al di fuori di un Festival che ha il dovere di presentarle a deciderlo sarà il futuro.
La rassegna si concluderà come sempre il 29 novembre, giorno della nascita dell’autore: in tutta Bergamo, a partire dalla Cattedrale, risuoneranno concerti e si alterneranno spettacoli. Da lassù Donizetti sorriderà grato con la gentilezza che gli era propria in vita, volgendo lo sguardo al tugurio dal quale il suo genio ha spiccato il volo.



