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Trovi il grande nome della scena italiana e internazionale del jazz, ma anche voci talentuose che hanno storie da raccontare e difficilmente catalogabili nei generi musicali. Incontri produttori del vino appassionati e innamorati, che ti racconterebbero per ore la genesi, la ricerca, l'evoluzione, la fatica di quel prezioso nettare bianco o rosso che hai nel calice. Il tutto immerso in un paesaggio dolce, ordinato, in cui il lavoro dell'uomo ha saputo dispiegarsi in armonia con la natura. Luoghi intrisi di storia, di tragedie e dolore anche, che oggi hanno lasciato posto alla volontà di costruire un destino comune nella pace e nel benessere.
Jazz & Wine of Peace non è un festival mordi e fuggi, per turisti frettolosi, ma per chi abbia voglia e desiderio di immergersi in un mondo, una cultura, un microcosmo che ha molto da raccontare. Siamo nel Collio, quel paesaggio fatto di colline che dall'Italia si estende in Slovenia, senza soluzioni di continuità: la natura cancella i confini inventati dall'uomo. Confini continuamente valicati e annullati da spettatori italiani, autriaci, tedeschi, sloveni che si raccolgono in una cantina, un teatro, una dimora storica, un castello, un'abbazia per mettersi in ascolto della musica: una musica che, nel solco del jazz, ne valica i confini per esplorare sentimenti e pensieri che accomunano tutti gli uomini. L'edizione 2025, la prima diretta da Enrico Bettinello, dal 23 al 26 ottobre, regala intensi momenti di cultura, convivialità e meditazione.
Ecco, Jazz & Wine of peace è un'esperienza adatta a chi abbia voglia di abbandonarsi all'otium nell'eccezione latina del termine: un tempo privilegiato in cui si sospende l'ordinarietà per dedicarsi a sé stessi, all'anima, a una relazione lenta con gli altri, alla riscoperta del senso di comunità, alle cose buone e belle della vita.
A facilitare questo percorso concerti di qualità, ospitati in luoghi inediti e sorprendenti, per raggiungere i quali si è piacevolmente costretti ad ammirare lunghi filari di viti che adornano i pendii delle colline, fra chiesette che svettano, dimore storiche di una bellezza antica, castelli sontuosi.


Ogni evento meriterebbe un racconto, ma valga ad esempio, relativamente al primo giorno, la strepitosa performance del James Brandon Lewis Quartet al teatro di Cormons, quattro musicisti fuoriclasse, maestri del jazz, a cui hanno fatto da contraltare la spiritualità della franco-siriana Naissam Jalal e la vocazione sperimentale, sempre sostenuta da notevole qualità artistica, del duo Beatrice Arrigoni & Michele Bonifatti (una raffinata meditazione sul tema delle migrazioni) e degli sloveni Lilamors. Nella cantina Borgo San Daniele di Cormons il visitatore rimane incantato dalla cura del luogo, dal senso di bellezza che traspira da ogni angolo (architetture, giardino, oggetti) e dall'autentica passione dei produttori di vino, i fratelli Alessandra & Mauro Mauri, che con autentico trasporto descrivono i loro vini (un'ottima Malvasia, di fresca mineralità; un sorprendente "Ritual", frutto di una coraggiosa esplorazione, capace di regalare emozioni intense grazie a un sentore di sapienza antica; un potente Pignolo, Arbis ros). Al Castello di Spessa, a Capriva del Friuli, totalmente immerso fra colline e vigneti, si ha la sensazione di avventurarsi in un luogo nobile e di altre epoche...
Insomma tutto questo è Jazz & Wine of Peace. E questa è solo una parziale cronaca ddel primo giorno...



