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L'Accademia delle scienze di Stoccolma ci ha abituati alle sorprese, almeno per quanto riguarda il premio Nobel per la letteratura. Che è stato attribuito alla scrittrice sud coreana Han Kang, poco nota ai più e neppure inserita nella lista dei nomi più papabil che circolava come ogni anno alla vigilia del premio. Questa la motivazione: «Per la sua intensa prosa poetica che mette a confronto i traumi storici con la fragilità della vita umana». Nata il 27 novembre 1970, figlia d'arte dello scrittore Han Seung-won muove i suoi primi passi nella poesia e nella prosa agli inizi degli anni Novanta,dopo la laurea in letteratura coreana ottenuta presso l’Università Yŏnse di Seoul, nel 1993. In Corea comincia a distinguersi e riceve il Premio Yi Sang (2005) per una raccolta di racconti intitolata, dal principale di essi, La macchia mongola.
Quando la casa editrice inglese Portobello Books si accorge di lei e pubblica La vegetariana, un romanzo sulla discesa di una donna nella malattia mentale e l'abbandono da parte della sua famiglia, edito in Italia da Adelphi, Han Kang si impone all'attenzione internazionale vincendo il Man Booker International Prize per la narrativa nel 2016. Sempre nel catalogo Adelphi le sue altre opere tra cui L'Ora di Greco, Atti Umani (Premio Malaparte nel 2017),che ha come sfondo l’insurrezione della città di Kwangju (luogo natale dell’autrice) contro il regime dittatoriale di Chŏn Tuhwan nel maggio del 1980, è stato così celebrato e premiato come una specie di inno alla libertà e un riconoscimento alla superiorità occidentale, ma che non ha convinto umanamente la critica, Convalescenza, due racconti che hanno come proptagonisti due donne sospese che si interrogano, tra dolore e ricerca di senso.
Per un assaggio della sua prosa ecco un brano tratto dal suo libro più celebre, La vegetariana; “Posso fidarmi solo del mio seno, adesso” si leggeva ne “La Vegetariana”, “Mi piace il mio seno, non può uccidere niente. La mano, il piede, la lingua, lo sguardo: tutte armi da cui nulla è al sicuro. Ma non il mio seno. Con i miei seni rotondi, sono tranquilla. Ancora al sicuro. Allora perché continuano a rimpicciolirsi? Non sono nemmeno più rotondi. Perché? Perché sto cambiando così? Perché tutto in me diventa appuntito? Che cosa intendo trafiggere?”.


Questo invece il suo semplice commento sul proprio account X: « Una notizia grandiosa. L'Accademia svedese mi ha conferito il premio Nobel per la letteratura. Non ci sono parole. Grazie!»



