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Leggere i romanzi di Jonathan Franzen per il lettore è sempre molto appagante. È uno di quegli autori che sa allestire trame al tempo stesso complesse eppure godibilissime, profonde eppure capaci di incollarci alla pagina.
Non si può dire che sia la visione del mondo che trapela dalle sue opere a procurare questo senso di appagamento: al contrario, libro dopo libro - pensiamo soprattutto a Le correzioni e a Libertà- l'autore va componendo una radiografia della natura umana e del suo Paese, gli Stati Uniti, che non offre alcun motivo di allegria.
Premesso che il nuovo romanzo, Purity (Einaudi), non è riassumibile, va detto che ruota attorno a due figure centrali. La prima è una giovane ragazza, Pip, abbreviazione di Purity (purezza), appunto. Legata alla madre da un rapporto di amore-insofferenza, non ha mai conosciuto il padre, perché la madre non ha voluto rivelargliene l'identità, Pip si barcamena fra vari lavori, nel tentativo impossibile di pagare il suo cospicuo debito universitario. L'offerta di uno stage presso l'organizzazione di Andreas Wolf le offre in un solo colpo l'opportunità di allontanarsi dalla madre, guadagnare qualche soldo, tentare di scoprire chi è suo padre. Questo - la ricerca del padre - è indubbiamente uno dei temi centrali di un romanzo dalle molte letture.
E chi è Andreas Wolf? È una sorta di Assange, come lui un giornalista costretto a vivere in clandestinità perché rivela misfatti e segreti dei Governi e dei potenti del mondo. Solo che Wolf è ancora più "puro" di Assange, non ha scheletri nell'armadio. Almeno è quanto lui sostiene e quanto credono gli adepti della sua organizzazione, che lo venerano come un leader carismatico e, da parte femminile, se lo contendono. Sarà vero? Non proprio: quando ancora viveva nella Repubblica democratica tedesca, prima della caduta del Muro, figlio di due alti funzionari del regime, Wolf si era macchiato di un delitto che lo perseguiterà per tutta la vita, fino all'ultimo istante.
I destini di Pip e Andreas fatalmente si incroceranno, intersecando quelli di altri personaggi, indagati non meno a fondo da Franzen, con la tecnica che, dal presente, scava progressivamente nel loro passato, per risalire fino ala situazione attuale, un metodo assai caro all'autore. Abbiamo dunque Tom, un giornalista anche lui dedito a smascherare trucchi e miserie dei potenti, ma attraverso un metodo diverso da quello di Wolf: se costui si affida a Internet, Tom e i suoi rappresentano invece i giornalisti "di una volta", quelli che indagano sul campo, raccogliendo indizi, cercando testimonianze, intervistando gente vera. Accanto a lui c'è Leila, anche lei giornalista d'altri tempi, nel senso buono del termine, sua compagna nella vita, anche se ancora legata per lealtà all'ex marito, ora ridotto in una carrozzella... Pure Tom, a tratti, sembra vivere ancora nell'ombra dell'ex moglie, Anabel...
Franzen conduce l'articolato gioco narrativo con maestria, svelando a ogni capitolo una nuova prospettiva del suo disegno. Ogni personaggio viene sottoposto a una vera e propria radiografia, indagato fin nei recessi più segreti dell'anima. Dove, immancabilmente, emergono tracce deltradimento di quella purezza originaria alla quale ciascuno pure aspira. Tutti i protagonisti, anche quelli più positivi, come Pip, hanno tradito, hanno sbagliato, hanno fatto del male. Tutti hanno qualcosa che vorrebbero tenere nascosto. La purezza - l'insieme di valori evocati dalla parola - è un ideale che affascina tutti loro, senza impedire che con i loro comportamenti, le loro scelte, la "sporchino".
Sintomatico di questa attitudine all'inquinamento morale connaturato al nostro essere nel mondo, è il modo in cui viene vissuta la sessualità, anche questo un tema su cui Franzen torna in ogni libro. Il sesso è un'ossessione, è sempre una passione morbosa, mai serena, mai equilibrata. È il terreno per eccellenza in cui si consumano tradimenti, vendette, prepotenze. In questo senso diventa un caso esemplare della nostra inadeguatezza morale.
È un'umanità, quella descritta, orfana del padre (non solo quello di Pip è ignoto, ma anche quelli di Andreas, di Tom e degli altri personaggi sono assenti o insignificanti); solo la madre è presente, ma il suo amore spesso è invadente, interessante, invadente, egoistico... Quindi è un'umanità, quella che emerge, orfana tout court. Anche questo è un concetto caro a Franzen: le vecchie generazioni lasciano alle nuove un mondo di macerie, economiche, climatiche, ma soprattutto morali.
Il fatto è che nessuno di noi, come nessuno dei personaggi, può commettere il male - nelle sue varie forme - gratuitamente, perché il male si ritorce contro di noi, lo portiamo dentro di noi, esattamente come dentro di noi resta sempre e comunque anche un anelito alla purezza. La parabola di Andreas Wolf è significativa: trascorrerà la vita intera a cercare di cancellare la sua colpa "originaria", senza peraltro riuscirvi. Impossibile non menzionare la lezione di Delitto e castigo.
Oltre ai temi già citati, Franzen ne tocca molti altri. Più d'una pagina è dedicata all'esame e alla critica di Internet e dei social media, della loro superficialità, degli effetti negativi che producono su di noi. Anche il giornalismo affidato solo alla Rete viene contrapposto a un giornalismo che si basa sull'indagine diretta, sul campo. Non mancano ripetuti riferimenti al cambiamento climatico e alla devastazione del pianeta (si rammenta più volte un Texas colpito da una lunghissima siccità). Stoccate sarcastiche vengono riservate al commercio delle armi.
Purity è comunque anzitutto un romanzo sulla nostra ricerca di purezza e sul nostro continuo tradirla.
Scrittura: 8
Trama: 8,5
Copertina: 7,5
Non si può dire che sia la visione del mondo che trapela dalle sue opere a procurare questo senso di appagamento: al contrario, libro dopo libro - pensiamo soprattutto a Le correzioni e a Libertà- l'autore va componendo una radiografia della natura umana e del suo Paese, gli Stati Uniti, che non offre alcun motivo di allegria.
Premesso che il nuovo romanzo, Purity (Einaudi), non è riassumibile, va detto che ruota attorno a due figure centrali. La prima è una giovane ragazza, Pip, abbreviazione di Purity (purezza), appunto. Legata alla madre da un rapporto di amore-insofferenza, non ha mai conosciuto il padre, perché la madre non ha voluto rivelargliene l'identità, Pip si barcamena fra vari lavori, nel tentativo impossibile di pagare il suo cospicuo debito universitario. L'offerta di uno stage presso l'organizzazione di Andreas Wolf le offre in un solo colpo l'opportunità di allontanarsi dalla madre, guadagnare qualche soldo, tentare di scoprire chi è suo padre. Questo - la ricerca del padre - è indubbiamente uno dei temi centrali di un romanzo dalle molte letture.
E chi è Andreas Wolf? È una sorta di Assange, come lui un giornalista costretto a vivere in clandestinità perché rivela misfatti e segreti dei Governi e dei potenti del mondo. Solo che Wolf è ancora più "puro" di Assange, non ha scheletri nell'armadio. Almeno è quanto lui sostiene e quanto credono gli adepti della sua organizzazione, che lo venerano come un leader carismatico e, da parte femminile, se lo contendono. Sarà vero? Non proprio: quando ancora viveva nella Repubblica democratica tedesca, prima della caduta del Muro, figlio di due alti funzionari del regime, Wolf si era macchiato di un delitto che lo perseguiterà per tutta la vita, fino all'ultimo istante.
I destini di Pip e Andreas fatalmente si incroceranno, intersecando quelli di altri personaggi, indagati non meno a fondo da Franzen, con la tecnica che, dal presente, scava progressivamente nel loro passato, per risalire fino ala situazione attuale, un metodo assai caro all'autore. Abbiamo dunque Tom, un giornalista anche lui dedito a smascherare trucchi e miserie dei potenti, ma attraverso un metodo diverso da quello di Wolf: se costui si affida a Internet, Tom e i suoi rappresentano invece i giornalisti "di una volta", quelli che indagano sul campo, raccogliendo indizi, cercando testimonianze, intervistando gente vera. Accanto a lui c'è Leila, anche lei giornalista d'altri tempi, nel senso buono del termine, sua compagna nella vita, anche se ancora legata per lealtà all'ex marito, ora ridotto in una carrozzella... Pure Tom, a tratti, sembra vivere ancora nell'ombra dell'ex moglie, Anabel...
Franzen conduce l'articolato gioco narrativo con maestria, svelando a ogni capitolo una nuova prospettiva del suo disegno. Ogni personaggio viene sottoposto a una vera e propria radiografia, indagato fin nei recessi più segreti dell'anima. Dove, immancabilmente, emergono tracce deltradimento di quella purezza originaria alla quale ciascuno pure aspira. Tutti i protagonisti, anche quelli più positivi, come Pip, hanno tradito, hanno sbagliato, hanno fatto del male. Tutti hanno qualcosa che vorrebbero tenere nascosto. La purezza - l'insieme di valori evocati dalla parola - è un ideale che affascina tutti loro, senza impedire che con i loro comportamenti, le loro scelte, la "sporchino".
Sintomatico di questa attitudine all'inquinamento morale connaturato al nostro essere nel mondo, è il modo in cui viene vissuta la sessualità, anche questo un tema su cui Franzen torna in ogni libro. Il sesso è un'ossessione, è sempre una passione morbosa, mai serena, mai equilibrata. È il terreno per eccellenza in cui si consumano tradimenti, vendette, prepotenze. In questo senso diventa un caso esemplare della nostra inadeguatezza morale.
È un'umanità, quella descritta, orfana del padre (non solo quello di Pip è ignoto, ma anche quelli di Andreas, di Tom e degli altri personaggi sono assenti o insignificanti); solo la madre è presente, ma il suo amore spesso è invadente, interessante, invadente, egoistico... Quindi è un'umanità, quella che emerge, orfana tout court. Anche questo è un concetto caro a Franzen: le vecchie generazioni lasciano alle nuove un mondo di macerie, economiche, climatiche, ma soprattutto morali.
Il fatto è che nessuno di noi, come nessuno dei personaggi, può commettere il male - nelle sue varie forme - gratuitamente, perché il male si ritorce contro di noi, lo portiamo dentro di noi, esattamente come dentro di noi resta sempre e comunque anche un anelito alla purezza. La parabola di Andreas Wolf è significativa: trascorrerà la vita intera a cercare di cancellare la sua colpa "originaria", senza peraltro riuscirvi. Impossibile non menzionare la lezione di Delitto e castigo.
Oltre ai temi già citati, Franzen ne tocca molti altri. Più d'una pagina è dedicata all'esame e alla critica di Internet e dei social media, della loro superficialità, degli effetti negativi che producono su di noi. Anche il giornalismo affidato solo alla Rete viene contrapposto a un giornalismo che si basa sull'indagine diretta, sul campo. Non mancano ripetuti riferimenti al cambiamento climatico e alla devastazione del pianeta (si rammenta più volte un Texas colpito da una lunghissima siccità). Stoccate sarcastiche vengono riservate al commercio delle armi.
Purity è comunque anzitutto un romanzo sulla nostra ricerca di purezza e sul nostro continuo tradirla.
Scrittura: 8
Trama: 8,5
Copertina: 7,5



