Il biodiesel è un combustibile liquido, trasparente, con leggeri accenti ambrati, che può essere ricavato da oli vegetali (colza o soia), alghe e grassi animali. Se parla molto perché per alcuni ecologisti rappresenta l’unico futuro possibile in termini di combustibili non inquinanti: tra le doti che vengono riconosciute la biodiesel, infatti, ci sono la biodegradablità, la consistente resa energetica e gli ottimi risultati finora ottenuti nell’impiego su autoveicoli e impianti di riscaldamento.
Dalla cooperazione scientifica tra il nostro Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale e l’Università tecnologica nazionale di Mar del Plata in Argentina nasce ora un progetto che studia le possibilità di ricavare biodiesel dalle alghe marine. All’equipe italiana spetterà il compito di catalogare e selezionare ceppi di microalghe che presentino caratteristiche peculiari tali da renderle adatti alla produzione di biodiesel. Il passo successivo sarà verificare le condizioni di temperatura e luminosità che garantiscano una moltiplicazione più rapida delle alghe. L’obiettivo finale è “creare” grandi quantità di acidi grassi che sono poi l’elemento determinante per la produzione di biodiesel.
Ma perché proprio le alghe? La scelta di puntare su questo elemento nasce dalla considerazione che non vale la pena competere con la produzione di vegetali che poi finiscono sulle nostre tavole. Il limite principale, al momento, è il contenimento dei costi che in procedimenti di questo tipo sono ancora troppo elevati per un utilizzo su larga scala.
Dalla cooperazione scientifica tra il nostro Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale e l’Università tecnologica nazionale di Mar del Plata in Argentina nasce ora un progetto che studia le possibilità di ricavare biodiesel dalle alghe marine. All’equipe italiana spetterà il compito di catalogare e selezionare ceppi di microalghe che presentino caratteristiche peculiari tali da renderle adatti alla produzione di biodiesel. Il passo successivo sarà verificare le condizioni di temperatura e luminosità che garantiscano una moltiplicazione più rapida delle alghe. L’obiettivo finale è “creare” grandi quantità di acidi grassi che sono poi l’elemento determinante per la produzione di biodiesel.
Ma perché proprio le alghe? La scelta di puntare su questo elemento nasce dalla considerazione che non vale la pena competere con la produzione di vegetali che poi finiscono sulle nostre tavole. Il limite principale, al momento, è il contenimento dei costi che in procedimenti di questo tipo sono ancora troppo elevati per un utilizzo su larga scala.


