Figlia di Ravi Shankar, sorellastra di Norah Jones, Anoushka Shankar suona il sitar, lo strumento a corde tipico della cultura indiana che il padre ha sdoganato dal suo paese e fatto conoscere a mezzo mondo, divenendo persino il maestro del Beatles George Harrison. Anoushka, 32 anni ma a vederla si direbbe almeno 5 o 6 di meno, è una donna matura, un misto di forza e fragilità, lineamenti decisi, corpo minuto. Nata a Londra, ha vissuto tra Delhi e la città natale, ora sta in California con il figlio e il marito, il regista inglese Joe Wright, che ha diretto Orgoglio e pregiudizio e Anna Karenina. A soli 13 anni ha iniziato a suonare in giro per i palcoscenici più conosciuti al mondo con il papà, al quale ha ora dedicato il suo nuovo album Traces Of You, impreziosito dalla presenza vocale della sorellastra.
Che ricordo ha di suo padre?
«Serbo una memoria eterna, che mi lega a mio padre e dona una luce particolare a ogni mia azione. La presenza di mio padre non è mai stata di intralcio alla mia professione, al contrario l’ho sempre vissuta come un dono: l’opportunità di suonare con il migliore, di vivere con lui. Mi ha insegnato che quando si sta sul palco si vive in una sorta di universo familiare, un momento di estasi, così ho adattato questo insegnamento alla mia personalità, alla gioia che ho riscoperto vivendo anche in altri luoghi del mondo oltre l’India».
Ha recentemente raccontato la terribile violenza che ha subito da giovane. Come vive questo ricordo?
«Fu un momento tragico, una violenza che arrivava da un uomo che frequentava la mia casa. Riuscii a superarlo soltanto grazie all’amore e la protezione sincera della mia famiglia. Ricordo questo, l’intero e soffice abbraccio di tutte le persone che mi erano vicine».
Una violenza che l’accomuna a molte donne indiane…
«Purtroppo è un'escalation che sembra stia colpendo il mondo intero e non solo l’India. In India la condizione della donna è molto critica ma credo che non esista una soluzione rapida. L'unica soluzione possibile è un lento lavoro sulla coscienza culturale indiana, a partire da quella femminile. Una pratica che deve necessariamente partire dai mass media. Anche se ci sono figure come Sonia Gandhi che si battono molto per i diritti delle donne, credo che la politica possa fare molto poco. Si può intervenire con leggi più severe ma non basta a risolvere il problema, a sradicarne la malvagità dalle radici».
Con la sua sorellastra Norah Jones che rapporto ha?
«Ci siamo trovate da qualche anno, prima, purtroppo, non ci conoscevamo. Abbiamo un rapporto bellissimo, è una zia fantastica, un’amica, una sorella molto dolce e comprensiva».
A proposito del suo nuovo disco cosa mi racconta?
«Il fatto di aver girato il mondo, di conoscere culture e sistemi musicali differenti credo sia ben sintetizzato in questo lavoro. Il cui focus rimane la tradizione musicale indiana, perché credo vada mantenuta in tutta la sua purezza, perché è l'espressione emotiva di un popolo di cui sento di appartenere».
Qui sotto, il video di Traces of you.
Che ricordo ha di suo padre?
«Serbo una memoria eterna, che mi lega a mio padre e dona una luce particolare a ogni mia azione. La presenza di mio padre non è mai stata di intralcio alla mia professione, al contrario l’ho sempre vissuta come un dono: l’opportunità di suonare con il migliore, di vivere con lui. Mi ha insegnato che quando si sta sul palco si vive in una sorta di universo familiare, un momento di estasi, così ho adattato questo insegnamento alla mia personalità, alla gioia che ho riscoperto vivendo anche in altri luoghi del mondo oltre l’India».
Ha recentemente raccontato la terribile violenza che ha subito da giovane. Come vive questo ricordo?
«Fu un momento tragico, una violenza che arrivava da un uomo che frequentava la mia casa. Riuscii a superarlo soltanto grazie all’amore e la protezione sincera della mia famiglia. Ricordo questo, l’intero e soffice abbraccio di tutte le persone che mi erano vicine».
Una violenza che l’accomuna a molte donne indiane…
«Purtroppo è un'escalation che sembra stia colpendo il mondo intero e non solo l’India. In India la condizione della donna è molto critica ma credo che non esista una soluzione rapida. L'unica soluzione possibile è un lento lavoro sulla coscienza culturale indiana, a partire da quella femminile. Una pratica che deve necessariamente partire dai mass media. Anche se ci sono figure come Sonia Gandhi che si battono molto per i diritti delle donne, credo che la politica possa fare molto poco. Si può intervenire con leggi più severe ma non basta a risolvere il problema, a sradicarne la malvagità dalle radici».
Con la sua sorellastra Norah Jones che rapporto ha?
«Ci siamo trovate da qualche anno, prima, purtroppo, non ci conoscevamo. Abbiamo un rapporto bellissimo, è una zia fantastica, un’amica, una sorella molto dolce e comprensiva».
A proposito del suo nuovo disco cosa mi racconta?
«Il fatto di aver girato il mondo, di conoscere culture e sistemi musicali differenti credo sia ben sintetizzato in questo lavoro. Il cui focus rimane la tradizione musicale indiana, perché credo vada mantenuta in tutta la sua purezza, perché è l'espressione emotiva di un popolo di cui sento di appartenere».
Qui sotto, il video di Traces of you.


