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Un antico manoscritto, datato 14 agosto 1624 e sigillato personalmente da papa Urbano VIII a Roma nella chiesa di Santa Maria Maggiore. È il prezioso dono che l’Emiro di Sharjah, Sua Altezza Sultan bin Mohammed Al Qasimi, ha voluto fare all’Università Cattolica del Sacro Cuore in segno di amicizia. Un gesto dal valore simbolico, che testimonia la riconoscenza e la gratitudine dell’Emiro per l’Ateneo che, mercoledì 28 maggio, lo ha accolto per la seconda volta, dopo averlo ospitato alla fine di agosto 2024 in occasione dell’inaugurazione dell’Istituto di Cultura araba. Di ritorno da Parigi, dove all’Unesco ha illustrato la digitalizzazione di un importante archivio sulla cultura araba, l’Emiro si è fermato a Milano, in particolare all’Università Cattolica del Sacro Cuore, per ribadire il legame e la «sincera collaborazione» tra l’Ateneo e l’emirato di Sharjah.
«L’Università Cattolica del Sacro Cuore ospita con grande piacere occasioni come questa perché mostrano – specialmente alle giovani generazioni – come da un’amicizia sincera si possano costruire relazioni che rafforzano la cooperazione scientifica e offrono un contributo per la costruzione della pace», ha detto il Rettore Elena Beccalli ricevendo Al Qasimi in un’aula Magna colma di docenti, studenti e anche alcune scolaresche accorsi per assistere all’incontro “Gli Arabi e l’Europa: intrecci di storia e cultura”.
Al Qasimi è noto per il costante impegno nella promozione della cultura, coltivato sin dagli anni universitari trascorsi prima, alla Facoltà di Agraria, poi, in Inghilterra durante il conseguimento del dottorato. A lui va il merito di aver trasformato Sharjah non solo in un crocevia culturale, ma anche nella capitale mondiale del libro arabo. Senza dimenticare il sostegno dato alla fondazione di centri e istituti di cultura in 22 paesi o alla stesura di numerosi volumi. A ricordare la sua opera di ambasciatore della cultura araba nel mondo è stato il professor Wael Farouq, associato di Lingua e letteratura araba e direttore dell’Istituto di Cultura Araba. «Una passione per le discipline umanistiche, quella dell’Emiro, che riflette la grande fede nella scrittura da lui considerata la vera strada che conduce alla pace», ha precisato Farouq. «Le numerose iniziative che ha sostenuto e continua a sostenere contribuiscono a liberare la conoscenza della cultura araba dai limiti del tempo e dei confini, rendendola disponibile a tutti». Insomma, i suoi sono piccoli «semi» destinati a germogliare per trasformarsi in «solide palme». L'evento è stato animato dall'esibizione del coro di lingua araba dell'Università Cattolica diretto da Hani Gergi, che ha eseguito canti tradizionali.
(Foto: l'Emiro di Sharjah Sua Altezza Sultan bin Mohammed Al Qasimi con Elena Beccalli, rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore)



