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Sono sempre di più e, in molti casi, non credenti e non praticanti. I lettori che scelgono libri di argomento religioso attraggano un pubblico sempre più vasto e variegato. Lo rivela il Quinto osservatorio sull’editoria cattolica, commissionato dall’Unione editori e librai cattolici italiani (Uelci) e curato dall’Ufficio studi dell’Associazione italiana editori (Aie) e dal Consorzio editoria cattolica (Cec). Un'indagine autorevole e attendibile, perché mette a sistema i dati reali di editori e distributori del settore.
Chi legge, oggi, i libri religiosi? Sempre più persone. Se si mettono a confronto due indagini sulla lettura - quella Istat del 2000 (che rilevava gli italiani con più di 6 anni di età lettori di almeno un libro all’anno) e quella Ipsos 2014 (che rileva quella degli italiani con più di 18 anni lettori) – si vede chiaramente che, pur con metodologie diverse di ricerca, in 14 anni i lettori di libri di argomento religioso sono raddoppiati. E raggiungono oggi quota 5,7 milioni. Ma le buone notizie non finiscono qui. Una fetta consistente di questi quasi sei milioni di lettori è composta da non praticanti e non credenti. Parliamo di ben 4 italiani su 10: il 37,7 per cento.
Come interpretare questo fenomeno? È l’onda lunga della testimonianza di papa Bergoglio e dei fenomeni mediatici legati alla rinuncia di Benedetto XVI? O la ricerca di un senso, ancora più radicale in tempi di incertezza e crisi? E ancora: come giocano in questo processo editori “laici” e librerie sia laiche che religiose, o lo stesso e-commerce (fisico o digitale)?
Ne parleranno, alla presentazione dell'Osservatorio nell’ambito dell’incontro "Editoria religiosa tra dinamiche di mercato e ricerca di senso", in programma per giovedì 14 maggio al Salone internazionale del Libro di Torino, Giovanni Peresson, Andrea Angiolini (direttore editoriale de il Mulino), Pier Luigi Cabri (direttore editoriale di EDB), Enzo Pagani (libreria Ancora e vice presidente Uelci), Antonio Spadaro (direttore di Civiltà Cattolica).
Chi legge, oggi, i libri religiosi? Sempre più persone. Se si mettono a confronto due indagini sulla lettura - quella Istat del 2000 (che rilevava gli italiani con più di 6 anni di età lettori di almeno un libro all’anno) e quella Ipsos 2014 (che rileva quella degli italiani con più di 18 anni lettori) – si vede chiaramente che, pur con metodologie diverse di ricerca, in 14 anni i lettori di libri di argomento religioso sono raddoppiati. E raggiungono oggi quota 5,7 milioni. Ma le buone notizie non finiscono qui. Una fetta consistente di questi quasi sei milioni di lettori è composta da non praticanti e non credenti. Parliamo di ben 4 italiani su 10: il 37,7 per cento.
Come interpretare questo fenomeno? È l’onda lunga della testimonianza di papa Bergoglio e dei fenomeni mediatici legati alla rinuncia di Benedetto XVI? O la ricerca di un senso, ancora più radicale in tempi di incertezza e crisi? E ancora: come giocano in questo processo editori “laici” e librerie sia laiche che religiose, o lo stesso e-commerce (fisico o digitale)?
Ne parleranno, alla presentazione dell'Osservatorio nell’ambito dell’incontro "Editoria religiosa tra dinamiche di mercato e ricerca di senso", in programma per giovedì 14 maggio al Salone internazionale del Libro di Torino, Giovanni Peresson, Andrea Angiolini (direttore editoriale de il Mulino), Pier Luigi Cabri (direttore editoriale di EDB), Enzo Pagani (libreria Ancora e vice presidente Uelci), Antonio Spadaro (direttore di Civiltà Cattolica).



