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Fiumi di inchiostro e migliaia di foto sono stati spesi per raccontare papa Francesco. Ma la narrazione più originale, forse, è stata quella di Maupal, l’artista di strada che ha firmato il SuperPapa. «È stata la sintesi grafica di un pensiero molto diffuso», dice l’autore, al secolo Mauro Pallotta.
Borgo Pio, dove è nato 44 anni fa, è il quartiere che costeggia il colonnato del Bernini e ha la sua via di fuga su porta Sant’Anna. Qui Mauro è cresciuto, tra l’antica latteria e le botteghe artigiane, che negli anni sono state sostituite da fast food e negozi di souvenir. Un paese globalizzato, dove gli abitanti si chiamano per nome mentre turisti di tutto il mondo passano senza sosta.
Qui, in via Plauto, il 29 gennaio 2014 compare l’omaggio a Francesco: un disegno su carta con colori acrilici, attaccato al muro con colla vinilica. In pochi secondi fa il giro del mondo, tra social e media. Resiste 48 ore, difeso dagli abitanti e dai turisti. Poi all’alba venne rimosso. «Quando ho visto per la prima volta papa Francesco ho avuto un lampo, ho pensato subito a mio nonno Carlo: gli somiglia tanto, anche come carattere».
Alla simpatia degli inizi segue l’apprezzamento per le azioni e il magistero di Francesco. «È la stessa ammirazione che hanno tanti. Così è nata l’idea di SuperPope: ho voluto mantenere la sue caratteristiche umane, la sua umiltà: gli occhiali, un po’ di pancia, la sciarpetta… un supereroe dal volto umano», dice Maupal. «Dal 2014 ho deciso di usare la mia arte per aiutare le persone a pensare, lanciare dei messaggi».
NELLE SUE OPERE L’ATTUALITÀ
Liceo artistico, Accademia delle Belle arti, la prima esposizione di quadri in una galleria dei Parioli, i primi guadagni reinvestiti in materiali per il disegno. Si inventa una sua tecnica − spray su lama di acciaio −, e in parallelo, per campare, lavora da cameriere, lavapiatti, traslocatore. Le sue opere partono dall’attualità e, complice la secolare e cinica ironia romana, immortalano in pochi tratti una situazione: sono Romolo e Remo che, trolley alla mano, abbandonano la madre Lupa, costretti a emigrare all’estero per mancanza di lavoro; è il Trump dalla chioma che diventa fungo atomico; è un salvadanaio rotto a forma di Europa…
Dopo SuperPope Maupal partecipa a un’udienza generale in San Pietro, saluta Francesco sul sagrato, riceve un’affettuosa pacca sulla guancia. «Era stanco, ma ha gli occhi di una persona molto giovane», dice l’artista che regala a Francesco una piccola riproduzione del disegno su legno grezzo. Il Superpapa lo fa conoscere in tutto il mondo, al suo sito (www.mauropallotta.com) arrivano richieste di serigrafie o poster stampati, insieme a migliaia di amici social e tanti followers. Nel frattempo si becca una denuncia per affissione abusiva, anche se l’allora sindaco Ignazio Marino lo chiama e si scusa «perché non era riuscito a difendere l’opera».
La vicenda si ripete dopo un paio di anni, il 19 ottobre scorso, quando Mauro sente la notizia dei soldati italiani inviati in Ucraina sul confine russo, nell’ambito dell’alleanza Nato. «Non voglio essere come Pierino, non cerco pubblicità con il Papa, ma sono convinto che chi ha buon senso debba metterlo in pratica. Io mi esprimo con il disegno, gioco su ossimori, controsensi, ispirandomi all’attualità». E così, a vicolo del Campanile, nasce la seconda opera dedicata a Francesco, «unico tra i potenti che fa ciò che dice»: questa volta il Papa gioca a tris con i simboli della pace, mentre una guardia svizzera fa da “palo” perché nessuno interrompa l’opera. Un giorno per realizzarlo, 20 minuti per affiggerlo, alle due di notte. «Speravo restasse, proprio per il messaggio che dava a tutti, comprensibile anche per un bambino». E invece dopo poche ore l’opera viene rimossa: la Digos la considera una provocazione “politica”. Questa volta è la sindaca Virginia Raggi che convoca Pallotta in Campidoglio, prende le distanze dal solerte funzionario e promette spazi futuri per la street art.
DALLA GMG AL PAPA
Francesco non è l’unico Papa uscito della matita di Maupal. Di famiglia cattolica, cresciuto all’ombra del Cupolone, Mauro racconta di essersi riavvicinato al mondo cattolico alla Gmg di Cracovia, dove ha respirato «un’aria molto positiva». Era stato invitato a creare un disegno su san Giovanni Paolo II. Secondo la sua matita il Papa polacco, sci e bandana, procede spedito nella discesa libera accompagnato dalla bandierina che recita: «Non abbiate paura».
Borgo Pio, dove è nato 44 anni fa, è il quartiere che costeggia il colonnato del Bernini e ha la sua via di fuga su porta Sant’Anna. Qui Mauro è cresciuto, tra l’antica latteria e le botteghe artigiane, che negli anni sono state sostituite da fast food e negozi di souvenir. Un paese globalizzato, dove gli abitanti si chiamano per nome mentre turisti di tutto il mondo passano senza sosta.
Qui, in via Plauto, il 29 gennaio 2014 compare l’omaggio a Francesco: un disegno su carta con colori acrilici, attaccato al muro con colla vinilica. In pochi secondi fa il giro del mondo, tra social e media. Resiste 48 ore, difeso dagli abitanti e dai turisti. Poi all’alba venne rimosso. «Quando ho visto per la prima volta papa Francesco ho avuto un lampo, ho pensato subito a mio nonno Carlo: gli somiglia tanto, anche come carattere».
Alla simpatia degli inizi segue l’apprezzamento per le azioni e il magistero di Francesco. «È la stessa ammirazione che hanno tanti. Così è nata l’idea di SuperPope: ho voluto mantenere la sue caratteristiche umane, la sua umiltà: gli occhiali, un po’ di pancia, la sciarpetta… un supereroe dal volto umano», dice Maupal. «Dal 2014 ho deciso di usare la mia arte per aiutare le persone a pensare, lanciare dei messaggi».
NELLE SUE OPERE L’ATTUALITÀ
Liceo artistico, Accademia delle Belle arti, la prima esposizione di quadri in una galleria dei Parioli, i primi guadagni reinvestiti in materiali per il disegno. Si inventa una sua tecnica − spray su lama di acciaio −, e in parallelo, per campare, lavora da cameriere, lavapiatti, traslocatore. Le sue opere partono dall’attualità e, complice la secolare e cinica ironia romana, immortalano in pochi tratti una situazione: sono Romolo e Remo che, trolley alla mano, abbandonano la madre Lupa, costretti a emigrare all’estero per mancanza di lavoro; è il Trump dalla chioma che diventa fungo atomico; è un salvadanaio rotto a forma di Europa…
Dopo SuperPope Maupal partecipa a un’udienza generale in San Pietro, saluta Francesco sul sagrato, riceve un’affettuosa pacca sulla guancia. «Era stanco, ma ha gli occhi di una persona molto giovane», dice l’artista che regala a Francesco una piccola riproduzione del disegno su legno grezzo. Il Superpapa lo fa conoscere in tutto il mondo, al suo sito (www.mauropallotta.com) arrivano richieste di serigrafie o poster stampati, insieme a migliaia di amici social e tanti followers. Nel frattempo si becca una denuncia per affissione abusiva, anche se l’allora sindaco Ignazio Marino lo chiama e si scusa «perché non era riuscito a difendere l’opera».
La vicenda si ripete dopo un paio di anni, il 19 ottobre scorso, quando Mauro sente la notizia dei soldati italiani inviati in Ucraina sul confine russo, nell’ambito dell’alleanza Nato. «Non voglio essere come Pierino, non cerco pubblicità con il Papa, ma sono convinto che chi ha buon senso debba metterlo in pratica. Io mi esprimo con il disegno, gioco su ossimori, controsensi, ispirandomi all’attualità». E così, a vicolo del Campanile, nasce la seconda opera dedicata a Francesco, «unico tra i potenti che fa ciò che dice»: questa volta il Papa gioca a tris con i simboli della pace, mentre una guardia svizzera fa da “palo” perché nessuno interrompa l’opera. Un giorno per realizzarlo, 20 minuti per affiggerlo, alle due di notte. «Speravo restasse, proprio per il messaggio che dava a tutti, comprensibile anche per un bambino». E invece dopo poche ore l’opera viene rimossa: la Digos la considera una provocazione “politica”. Questa volta è la sindaca Virginia Raggi che convoca Pallotta in Campidoglio, prende le distanze dal solerte funzionario e promette spazi futuri per la street art.
DALLA GMG AL PAPA
Francesco non è l’unico Papa uscito della matita di Maupal. Di famiglia cattolica, cresciuto all’ombra del Cupolone, Mauro racconta di essersi riavvicinato al mondo cattolico alla Gmg di Cracovia, dove ha respirato «un’aria molto positiva». Era stato invitato a creare un disegno su san Giovanni Paolo II. Secondo la sua matita il Papa polacco, sci e bandana, procede spedito nella discesa libera accompagnato dalla bandierina che recita: «Non abbiate paura».



