Karol Wojtyla, la vera storia: si intitola così il musical dedicato alla figura del compianto Papa, che andrà in scena a partire dal nuovo anno. Per la regia di Duccio Forzano, l’opera è divisa in due atti, e il racconto parte da quel tragico evento del 13 maggio 1981 in piazza San Pietro a Roma, il giorno dell'atte a Giovanni Paolo II.  Corpo e stile alla storia la dà la musica, un repertorio originale affidato alla grande Noa, che con Gil Dor e il Solis String Quartet ha realizzato un intenso corredo sonoro. Noa, nata a Tel Aviv da una famiglia di ebrei yemeniti, con la famiglia cresciuta a New York è tornata in patria dove ha trovato il suo grande amore, un pediatra che le ha dato tre figli. Artista poliedrica, sempre pronta a lottare in nome della pace, racconta la sua avventura con Wojtyla.

Qualche anno fa hai cantato per Giovanni Paolo II. È stato facile trovare l'ispirazione per scrivere le musiche del musical Karol Wojtyla?

"Quell'esperienza mi ha dato davvero molto, mi ha fatto entrare in connessione con un sentimento profondo che mi ha permesso di dare un valore diverso a tutta l'umanità. È il sentimento che Wojtyla predicava in ogni suo gesto ed emanava dalla sua persona, perciò per scrivere queste canzoni ho semplicemente dovuto abbandonarmi a quel sentimento e automaticamente mi sono connessa con lui".

 Nella presentazione dell'opera c'è una bellissima frase sull'importanza di Wojtyla per tutti noi. In che modo è stato importante per la tua vita?

"Quel concerto in Vaticano di fronte a lui ha cambiato la mia carriera e la mia vita: niente è stato più lo stesso dopo quella performance. È stata determinante il brano che ho cantato, Ave Maria, che dopo quella performance ho cantato centinaia di volte in tutto il mondo e ogni singola volta, dovunque mi trovassi, riusciva a trascinarsi dietro quel sentimento che mi aveva trasmesso il Papa. Per questo la porto con me come fosse un tributo all'umanità, soprattutto considerando che questa canzone non è una canzone esclusivamente cristiana perché è stata scritta da un ebreo, è qualcosa che supera i limiti delle religioni e che venendo cantata ancora e ancora in un luogo sacro come il Vaticano diventa un vero e proprio simbolo di pace e fratellanza".

 Cosa ne pensi di papa Francesco?

"Credo che proprio lui sia l'esempio presente del leader religioso di cui stavo parlando. È un ottimo esempio per tutte le religioni del mondo perché quando un leader religioso dimostra la propria modestia e rinnega qualsiasi tipo di superbia o arroganza, mette al primo posto il messaggio morale rispetto a qualsiasi altra cosa. In questo senso la figura di papa Francesco deve essere un esempio anche in campo politico, per la politica italiana soprattutto che sta vivendo in questi anni un vero e proprio deterioramento morale. E non è quello che si merita un paese benedetto come l'Italia. E poi papa Francesco mi è sembrato fin da subito più vicino a Giovanni Paolo II, la sua apertura mentale, il suo rivolgersi alle donne e ai non cattolici e alle persone non religiose. Spero veramente molto di essere invitata di nuovo al Vaticano a cantare durante il suo papato per poterlo conoscere di persona.

Come nasce il tuo rapporto così stretto con l'Italia?

"È qualcosa che mi chiedo spesso e a cui non riesco a dare mai una risposta definitiva. Credo che sia esattamente la stessa impossibilità di spiegare l'amore, un sentimento al quale non è applicabile la ragione".

 

Il musical andrà in scena in diverse città italiane: Cosenza, Catanzaro, Catania, Palermo, Messina, Reggio Calabria, Padova, Milano, Terni,  Perugia, Bari, Napoli, Bologna, Torino, Cremona. La prima parte del tour si concludera a Roma al Teatro Brancaccio, in scena dal 15 aprile 2014.