Se pensate che la musica d’arte sia polverosa e lontana, preparatevi a cambiare idea. Undiscovered Music Festival torna a Verona per la sua nuova stagione con un obiettivo ambizioso e affascinante: rendere accessibile e coinvolgente il mondo della grande musica strumentale, puntando dritto al cuore del pubblico più giovane.

La manifestazione è un vero e proprio ponte tra i secoli. Il repertorio si concentra in modo speciale sulla musica del Novecento, ma non esita a creare connessioni inaspettate con composizioni più antiche, dimostrando che l’emozione e la bellezza non hanno una data di scadenza. La vera cornice della kermesse è però la città di Verona e alcune delle più affascinanti Basiliche della città. Dopo l’emozionante anteprima di luglio in Basilica di Sant’Anastasia, il cuore dell’evento batterà in tre serate imperdibili, ospitate in sedi ancora più prestigiose. A sottolinearne l’importanza e la risonanza culturale, l’iniziativa può vantare l’importante media partnership di Rai Radio 3. Inoltre, il connubio tra arte storia e spiritualità ha portato a un riconoscimento eccezionale: quello della Santa Sede per il Giubileo 2025, evidenziando la portata della proposta culturale e spirituale.

Si parte sabato 11 ottobre con l’inaugurazione, che avverrà nella suggestiva Chiesa di San Giorgio in Braida. Il momento clou sarà l’arrivo del Novae Cordae Ensemble, un’orchestra da camera che si cimenterà in un’impresa rara in Italia: l’esecuzione di capolavori di Pēteris Vasks, esponente della scuola baltica, e Mieczysław Weinberg, compositore di origine ebraico-polacca, ancora poco eseguiti nel nostro paese. La rassegna vedrà esibirsi giovedì 16, tra gli altri, l’organista veneto Michele Fontana, in un concerto che creerà un dialogo unico tra le composizioni che trascendono i secoli, sfruttando l’acustica e l’atmosfera imponente di uno dei luoghi simbolo della società, la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Il sipario calerà sabato 25 ottobre, nella scenografica Chiesa di Santa Maria Antica delle Arche Scaligere. Il concerto conclusivo vedrà l’esibizione di artisti di spicco come Lorenzo D’Antò, primo flauto dell’Orchestra dell’Arena di Verona. Sarà una chiusura d’impatto, che connetterà l’antico splendore del luogo con l’eccellenza della musica strumentale.