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Dopo la nascita del nostro terzo figlio, venuto al mondo sei mesi fa, molto atteso e desiderato, mio marito non sembra più lo stesso. Dice che si sente travolto dagli impegni e dalle responsabilità e che questo terzo figlio è molto più faticoso dei precedenti. Anche durante le vacanze estive trascorse nella casa al mare, mi è apparso taciturno e cambiato. Quando lo affronto e gli chiedo cosa posso fare per aiutarlo a tornare positivo e sorridente come è sempre stato, lui risponde che è solo un problema di tempo ed energia. «Con pazienza, tornerò quello di prima. Devi solo darmi tempo per ricaricare le batterie...». Ripete questa frase come un mantra. Ma si vede che oramai non ci crede più nemmeno lui. E io sono molto preoccupata.
NUCCIA
— Cara Nuccia, il problema che racconti mi sembra molto serio. Ciò che colpisce è il modo improvviso con cui si è manifestato, subito dopo la nascita del vostro terzo bambino e con un carattere di cronicità per cui il suo stato dell’umore alterato non è mutato negli ultimi sei mesi. Anzi, da quanto scrivi sembra addirittura peggiorato. Mi verrebbe da pensare che tuo marito stia soffrendo di uno stato depressivo. Non si parla quasi mai di depressione postpartum dei padri, ma anch’essa esiste e, in modo più o meno rilevante, coinvolge il 5% dei neopapà. È importante che facciate chiarezza in fretta per comprendere se ciò che sta vivendo tuo marito è uno stato di tristezza marcata, una sorta di depressione sotto-soglia o si avvia ad essere definibile come una situazione conclamata di depressione. Di tutti questi aspetti, parlano molto bene La Rosa e Onofri nel volume: Depressione. Affrontare il male (non più) oscuro (ed. San Paolo). Alla fine del secondo capitolo presentano un test, Valuta la tua “quasi depressione”, in cui vengono contemplati aspetti della quotidianità come il sonno, la sensazione di tristezza e irritabilità, l’appetito, la capacità di concentrarsi, la visione di sé stessi, il proprio livello di energia e il percepirsi rallentati. Sono aspetti che, almeno in parte, anche tu rilevi nella descrizione che fornisci di lui all’interno della tua lettera. Verificate in questo modo “artigianale” che cosa il test vi racconta di tuo marito e poi parlatene con il vostro medico. È molto importante che lui torni a sorridere, a sentirsi in controllo della sua vita e del suo umore. Molti studi rivelano che la depressione paterna nel periodo post-natale, se trascurata, porta a riscontrare con una prevalenza più frequente disturbi emotivi e comportamentali nel bambino dopo che avrà compiuto i 3 anni. Aiutare tuo marito in questo delicato passaggio significa aiutare anche i vostri figli.



