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Riporto un testo così come l’ho letto, perché dice tutto. In fila alla cassa, il display segna 26,80 €, la faccia stranita: «Ah scusi ho dimenticato il bancomat, ho solo 25 €, tolgo qualcosa». Nel piccolo carrello non ci sono patatine o cibi inutili, vedo pane, pasta, latte, pomodori, carta igienica. È così che assisto al più bel film italiano, poco dietro un altro signore in fila: «Scusi, le è caduto qualcosa». La signora è sorpresa, a terra c’è una banconota da 10 euro, sa bene che non le appartiene. Lo sguardo amorevole dell’uomo la convince, è troppo per lei dire che è sua. Non ha vestiti firmati ma non indossa stracci, non ha il trucco ma la sua faccia trasuda sacrifici. Il signore si piega, raccoglie la banconota e le dice: «Probabilmente è successo quando ha aperto il borsello». Ora sembra una bambina, è felice. Paga e uscendo sorride all’uomo che è davanti a me e dice: «Grazie». Assisto e sono felice anch’io, ho capito la lezione. Quell’uomo avrebbe potuto dire: «Non si preoccupi, faccio io». Invece ha scelto di preservare la dignità, sua e della signora.
SCONOSCIUTA
Cara sconosciuta, mentre leggevo l’episodio di cui sei venuta a conoscenza e che regali a “La posta del cuore”, mi è venuto in mente che le buone notizie sono… a più piani. Primo piano: ho lasciato per intero la descrizione dell’accaduto perché ce la potessimo gustare: la buona notizia come un sasso buttato nell’acqua che buca la supercie e si allarga a cerchi concentrici. Secondo piano: uno sconosciuto in la alla cassa nota che la signora che lo precede non ha tutti gli euro per pagare la spesa; la buona notizia parte dal vedere, cioè dal non essere spettatori inerti. Terzo piano: i dieci euro che “colui che vede” getta a terra, come se fossero caduti dal borsello della signora, ci dice che la buona notizia è silenziosa, umile, senza bisogno di fanfare. Quarto piano: la signora capisce il “gioco” e regala il suo stupore, la sua gratitudine. Quinto piano: mentre esce, la signora esprime un grazie pieno di dignità e di franchezza; sa che un dono non è mai “meritato”. E grazie lo dicono coloro che vengono a conoscenza di questa “buona notizia”, non solo coloro che sono stati testimoni (in la al supermercato) ma anche noi che ne veniamo a conoscenza grazie alla testimonianza. E così ritorniamo al primo piano. Ma non è così che abbiamo ricevuto la Buona Notizia che il Regno (Gesù) è qui, come un seme?



