Liturgia del giorno:
Is 61,9-11; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Lc 2,41-51
Nato a Verona il 9 ottobre 1777, fin da ragazzo dimostrò tali doti di virtù e di pietà che dal parroco era considerato «un redivivo San Luigi». Conclusi con esito brillante gli studi umanistici e filosofici, trovò una valida guida spirituale nel padre Luigi Fortis, futuro Preposito Generale dei Gesuiti. A 18 anni entrò in seminario per studiare teologia e nel 1800 fu ordinato sacerdote. Nella parrocchia di S. Paolo fondò nel 1802 una associazione, sotto forma di “Coorte Mariana”, che per certi versi precorse l’odierna Azione Cattolica, ma che all’inizio incontrò anche forti opposizioni. Frattanto era diventato confessore del nascente istituto di S. Maddalena di Canossa e guidava la Ven. Leopoldina Naudet alla fondazione delle Sorelle della Sacra Famiglia.. Nel 1810 il vescovo lo nominò padre spirituale dei seminaristi, ai quali cercò di infondere uno spirito di santità improntato all’ideale evangelico degli ordini religiosi che erano stati soppressi. Nel 1817, per la sua infaticabile attività di predicatore, la Congregazione di Propaganda Fide gli diede il titolo di Missionario apostolico. Da qui, per ispirazione superiore, gli venne poi l’idea di fondare un istituto che, nello spirito di S. Ignazio di Loyola, attuasse la “missione apostolica in aiuto dei vescovi”. Il 4 novembre 1816 cominciò un ginnasio gratuito per i figli del popolo, tra i quali avrebbe formato gli elementi della sua opera, che prese il nome di Preti delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo. E questo nonostante le sofferenze fisiche provocategli da una malattia ventennale, durante la quale ebbe a subire quasi trecento interventi chirurgici! Lo sorreggeva una grande fiducia nella Divina Provvidenza. La sua cella era intanto frequentata da vescovi e sacerdoti, fondatori e fondatrici, e perfino dagli imperatori Francesco e Ferdinando: da tutti era ricercato consigliere. Morì il 12 giugno 1853. Beatificato nel 1975 da Paolo VI, fu canonizzato il 1° novembre 1989 da Giovanni Paolo II.