Liturgia del giorno:
Ger 17, 5-10; Sal.1; Lc 16, 19-31.;
Questo sacerdote boemo, nato intorno al 1340 a Nepomuk, dopo essersi laureato a Padova in giurisprudenza, fu nominato canonico della cattedrale di Praga e Vicario dell’arcivescovo Jenstein. Regnava allora in Boemia Venceslao IV; costui, volendo fondare una diocesi nuova per uno dei suoi favoriti, ordinò che alla morte dell’abate di Kladrau, nessun altro abate fosse eletto e che la chiesa dell’abbazia fosse trasformata in sede vescovile. L’arcivescovo si disse contrario a tale ordine e anche il suo vicario, sostenendo che con esso si violava il diritto canonico. E quando l’abate morì, nel 1393, i monaci di Kladrau elessero subito come suo successore il confratello Odelenus e Giovanni confermò prontamente l’elezione, senza tener conto dei desideri di Venceslao. Costui fece imprigionare Giovanni con altri ecclesiastici. Questi ultimi, avendo ceduto alle richieste del re, furono successivamente rilasciati mentre Giovanni, rimasto fermo nel suo rifiuto, dopo essere stato atrocemente torturato fu fatto annegare nella Moldava. Il mattino seguente il suo corpo venne ritrovato sulla riva del fiume circondato da una strana luce. Nel secolo XV, però, comparve un’altra versione dei fatti, che divenne ufficiale. Oltre ad aver difeso coraggiosamente i diritti della Chiesa di fronte alle ingerenze del sovrano, Giovanni si sarebbe rifiutato di rivelare a Venceslao - che aveva dei dubbi circa la fedeltà della moglie, la regina Giovanna di Baviera - ciò che aveva udito in confessione da lei, che lo aveva scelto come direttore spirituale. Nel 1719, nella sua tomba si trovarono le ossa mentre la lingua, ben conservata, era di colore rosso naturale. Nel 1725, ad una seconda ispezione, la lingua apparve secca e di colore grigio-bruno, ma dopo tre quarti d’ora riprese la forma e il colore purpureo naturale. Questi due miracoli furono riconosciuti pochi mesi dopo a Roma. Giovanni, canonizzato nel 1729 da Benedetto XIII, è considerato patrono dei confessori.