Liturgia del giorno:
2Gv 1a.3-9; Sal 118 (119); Lc 17,26-37
Livia Pietrantoni, nata a Pozzaglia Sabina (Rieti) nel 1864, a 22 anni entrò tra le suore della Carità di santa Giovanna Antida Thouret e alla vestizione prese il nome di suor Agostina. Fu assegnata all’ospedale romano di S. Spirito per la cura dei malati, in particolare al reparto tubercolosi, il più arduo e pericoloso. I suoi ricoverati, già inaspriti dalla malattia, erano avvelenati dal clima di acceso anticlericalismo che fermentava in quegli anni. Uno di essi, Giuseppe Romanelli, più insofferente e violento, allontanato dall’ospedale per la sua insubordinazione, si convinse che il provvedimento fosse stato sollecitato da suor Agostina e decise di vendicarsi: il 13 novembre 1894, approfittando del libero ingresso nell’ospedale, attese nascosto l’arrivo della suora e la colpì con sette pugnalate, esaudendo il suo desiderio di morire martire. Beatificata nel 1972, fu canonizzata il 18 aprile 1999.