Liturgia del giorno:
Ez 18, 21-28; Sal.129; Mt 5, 20-26.
Ecco una regina che si distinse per la straordinaria sollecitudine verso i poveri e i malati, nonché per l’intensa vita di preghiera. Nata nell’anno 895, fu educata dalla nonna, anch’essa di nome Matilde, che era badessa del monastero di Herford. Nel 909 diventò la seconda moglie di Enrico l’Uccellatore il quale, tre anni dopo, fu eletto duca di Sassonia e, nel 919, re di Germania. Matilde gli diede cinque figli: Ottone I il Grande, Gerberga (che nel 940 sposò il re Luigi IV di Francia), Hadewik, Enrico e Bruno che nel 953 diventò arcivescovo di Colonia. Nel 936 morì il marito e si dice che lei abbia sostenuto la candidatura al trono del suo giovane figlio Enrico, ma fu eletto Ottone in quanto primogenito. Ci furono dei contrasti per questa sua preferenza, ma poi la famiglia si riconciliò e dopo l’incoronazione di Ottone, a Roma nel 962, si riunì a Colonia, mentre Matilde si ritirò nel monastero di Nordhausen e più tardi, ammalatasi, in quello di Quedlinburg, in Sassonia, entrambi da lei fondati oltre a quelli di Poehlde e di Enger. Ma già in precedenza era stata indotta a vivere in una comunità religiosa dai due figli Ottone ed Enrico, preoccupati per l’eccessiva generosità della madre nel soccorrere i poveri e i malati. Infatti lei non faceva vita di corte, ma andava in cerca dei bisognosi; questo è un dato sottolineato concordemente dalla iconografia che la riguarda: Matilde, infatti, è raffigurata con una lunga veste, il mantello sulle spalle e la corona sul capo, tenendo in mano una borsa con denaro o con medicine, mentre visita le case dei poveri e sosta accanto al letto degli infermi. Oltre allo sposo, perdette anche due figli, Enrico nel 955 e Bruno nel 965. La santa regina, a cui i biografi attribuiscono il dono della profezia, morì a Quedlinburg il 14 marzo del 968 e fu sepolta nella cappella del castello, accanto al marito. Particolarmente vivo fu (ed è tuttora) il suo culto nelle diocesi tedesche di Paderborn, Fulda e Monaco di Baviera.